“La trasparenza è sempre stata cruciale per il successo di Internet”: così Vint Cerf, pioniere della rete e evangelizzatore della Grande G, ha presentato Measurement Lab ( M-Lab ). Ai cittadini della rete verranno messi a disposizione strumenti per vigilare sulla propria connessione e sul proprio provider , strumenti da studiare e da affinare, da adattare alle proprie esigenze. “La trasparenza è il nostro obiettivo – ha spiegato Cerf – vogliamo rendere più visibili le informazioni a favore di tutti coloro che sono interessati a comprendere come la rete funzioni a tutti i livelli”.
M-Lab, annunciato nei mesi scorsi da Mountain View, non è semplicemente emanazione della Grande G: si tratta di un’ officina distribuita in ogni angolo del globo, allestita da Google, dall’Open Technology Institute del think tank New America Foundation , da PlanetLab e da un manipolo di ricercatori, messa a disposizione di tutti i cittadini della rete. Nel corso del 2009 verranno installati 36 nuovi server in 12 località di Europa e Stati Uniti : serviranno da snodo per i dati che verranno fatti rimbalzare dai netizen, serviranno per valutare la qualità delle connessioni e per individuare le briglie eventualmente imposte al traffico.
“Quando un’applicazione Internet non funziona come ci si aspetta o quando la connessione sembra fare come le pare, come si può stabilire se si tratta di un problema di cui è responsabile il provider, o l’applicazione, o il proprio computer o qualcosa d’altro? – provoca Cerf – Oggi può essere difficile per gli esperti venire a capo di questo tipo di questioni, figuriamoci per l’utente Internet medio”. Ai cittadini della rete è così offerta l’interfaccia online del sistema, piattaforma per attingere a risorse che si moltiplicheranno con il passare del tempo e con la collaborazione dei ricercatori che si affaccenderanno sul codice open dei tool. Per ora M-Lab appare come un semplice raccoglitore : sono tre gli strumenti disponibili, tre servizi che consentono di analizzare il flusso di connettività che innerva la propria macchina. Network Diagnostic Tool ( NDT ), sviluppato dal consorzio Internet 2 , consente di vigilare sulla propria connessione, di misurare velocità e di individuare gli ostacoli che imbrigliano il traffico nella configurazione eseguita dall’utente o nell’infrastruttura a cui si affida. Network Path and Application Diagnosis ( NPAD ), un servizio ancora in fase sperimentale sviluppato dal Pittsburgh Supercomputing Center , assiste l’utente nel diagnosticare problemi che si possano riscontrare nell’ultimo miglio e nel proprio sistema. Glasnost , messo invece a disposizione dal Max Planck Institute for Software Systems , consente di mettere alla prova il proprio ISP: simulando uno scambio di dati attraverso il browser, il tool verifica come il provider si comporti al cospetto di ordinari pacchetti TCP e con la trasmissione con protocollo BitTorrent, per individuare pratiche discriminatorie messe eventualmente in atto dall’operatore.
Ad affiancare Glasnost nella valutazione dei comportamenti dei provider, presto interverranno altri due strumenti. DiffProbe , in fase di lavorazione presso il College of Computing della Georgia Tech, promette di stilare elenchi dei protocolli gestiti con meno prontezza e di individuare quelli sgraditi ai provider. Così NANO , con un client messo a disposizione dell’utente, trasmetterà dati ai server di M-Lab per valutare le performance della connessione, macinerà informazioni e risputerà per l’utente report personalizzati e per i ricercatori statistiche anonime e aggregate, relative alle attività online dei netizen.
I tool messi a disposizione da M-Lab, promette Cerf, si differenziano dagli attuali strumenti per valutare la propria connessione: non si tratta di applicazioni “geek fino all’estremo”, possono essere impugnate da ciascun cittadino della rete. È per questo motivo che sono in molti a ravvisare nell’iniziativa il primo passo di una lotta senza quartiere che la rete ingaggerà nei confronti dei provider che propongono ai propri utenti un servizio a diverse corsie e a diverse velocità. A supportare le rivendicazioni degli utenti saranno i dati organizzati dai ricercatori e rilasciati con la massima trasparenza: M-Lab invita alla partecipazione affinché si possa contare su una mole consistente di informazioni da elaborare.
Google, checché ne dica il Wall Street Journal , da tempo si profonde in confronti ufficiali e in dichiarazioni di intenti per sostenere l’esigenza di una rete che non discrimini contenuti e protocolli. Ora, negli States come in Italia , il dibattito sulla neutralità della rete è quotidianamente rinfocolato da eventi e proposte. Ma per Google non di sola neutralità della rete si tratta: “Al di là di quello che si possa pensare della net neutrality e delle pratiche di gestione del traffico dei provider, ciascuno concorda riguardo al fatto che gli utenti di Internet meritino di essere ben informati riguardo a quello che hanno in cambio quando sottoscrivono un abbonamento”.
Gaia Bottà