A Google proprio non piace che il social networking le porti via una fetta sostanziosa degli introiti e dei vantaggi indiretti derivanti dalle ricerche online condotte attraverso il suo engine , e per meglio premunirsi contro questo rischio prova a fagocitare le reti sociali (e relative ricerche) prima che qualcun altro provi a farlo con lei. A Google Search si affianca così la nuova funzionalità Social Search , già introdotta lo scorso ottobre come servizio sperimentale e ora convertito in stato di “beta semplice” utilizzabile da chiunque lo desideri.
In realtà Social Search non corrisponde a nessun nuovo prodotto di Mountain View, limitandosi a fornire una certa integrazione delle ricerche sul web con i risultati provenienti dai contesti sociali frequentati dagli utenti, siano essi Google Reader, Twitter, Picasa, Blogger e pochi altri. Al centro della scena c’è il solito Google Profile – che Google prova con sempre maggior insistenza a trasformare in un ID digitale indispensabile agli utenti – e la necessità di associarlo ai servizi con cui si vogliono integrare le ricerche “lisce”.
In rispetto all’importanza sempre maggiore dei circuiti sociali nell’esperienza di rete, i risultati di Social Search vengono “promossi” in una posizione più alta rispetto a quelli provenienti dal resto del web. Il commento di un autore di un blog seguito via feed reader, questo il parere di Google, tende a essere considerato con maggior attenzione dagli utenti rispetto a una lista di link web dalla provenienza sconosciuta.
Mountain View continua a mettere in mostra tendenze sempre più social e a personalizzare il search online tagliandolo sulle esigenze degli utenti come dimostra anche il caso dell’ integrazione più stretta fra Google Search e Google Maps.
L’unica, significativa lacuna a questo nuovo approccio al web continua però a essere la mancanza di integrazione reale con lo sterminato network di “amici” custodito da Facebook, fatto che depotenzia una gran parte dei buoni propositi di Social Search e preannuncia una concorrenza spietata tra il primo motore di ricerca della rete e l’archivio di profili in blu.
Alfonso Maruccia