Louisville (USA) – Stephen Arnold , consulente IT statunitense che in passato è stato vice-presidente di Ziff Communications , ha guadagnato l’onore delle cronache grazie al suo ultimo e-book: Google Legacy . Si tratta di un saggio approfondito su come il più famoso motore di ricerca del mondo stravolgerà – secondo l’autore – il settore del software, Microsoft compresa .
In poco più di 24 MB, o 290 pagine, l’autore è riuscito a tracciare una road-map virtuale e programmatica di Google. Perché secondo Arnold “scartabellando fra i suoi brevetti software e tecnici si può leggere il futuro e le conseguenze sul mercato IT mondiale”.
“Google in verità non nasconde niente. Bill Gates in pratica è nella stessa vecchia posizione di IBM, che non comprese le potenzialità della sua azienda. La storia si ripete”, ha dichiarato Arnold. In diverse interviste l’autore ha più volte sottolineato che il gigante di Redmond non avrebbe ancora compreso il percorso di Google , e ancor di più non si sarebbe reso conto di quanto stia rischiando. “Fra il 2004 e il 2020 quanto avviene nel Googleplex si affermerà come paradigma di sviluppo targato Google”, ha sentenziato Arnold.
Sebbene i brevetti riguardanti le vecchie tecnologie di Google siano custoditi non troppo gelosamente, è nel futuro che si concretizzerà la vera scalata . “Google è già proiettato avanti, e l’obiettivo è rappresentato da aziende come Microsoft. Senza dubbio diventerà l’azienda IT di riferimento nel 21esimo secolo”, ha dichiarato Arnold.
Secondo le indagini dello specialista statunitense, infatti, il numero stesso dei brevetti registrati nei primi mesi del 2005 dovrebbe mettere in allerta: ben 72 documentazioni depositate. Contro i soli 47 fra il 2001 e il 2004. Numeri importanti. Sebbene IBM registri molte migliaia di brevetti ogni anno e Microsoft non sia da meno , l’avanzata di Google in settori cruciali dell’innovazione si fa già sentire pesantemente.
Dalle analisi dell’autore di The Google Legacy emerge un’accelerazione nelle relazioni sinergiche con le tecnologie per il broadband come il wireless e la fibra ottica . “Google dispone già di un buon numero di data center che con accessi ad alta velocità potrebbero aprire la porta a nuovi servizi”, ha aggiunto Arnold. Un indizio che insieme al servizio Google Web Accelerator – disponibile in versione Beta su Google Labs – lascia già immaginare quale potrebbe essere il percorso innovativo.
Senza contare l’avvento delle soluzioni wireless come il WiMAX o il normale Wi-Fi, che inaugurerebbe l’era non solo dello streaming di Google, ma anche quella del VoIP con Google Talk . I test del Wi-FI proprietario sono già in atto nella Silicon Valley e nell’area di San Francisco. Cina, India e Giappone , secondo Arnold, si sono già mostrate interessate.
Arnold, in fondo, sostiene che Google stia costruendo “un recinto di brevetti intorno alle tecnologie di ricerca”, come se questo si traducesse nella codifica del suo pregio migliore. A cornice di tutto questo non mancherebbe il continuo sostegno finanziario, grazie al successo delle sue soluzioni pubblicitarie online sempre più centrali nelle campagne ad ampio respiro. Un settore ancora in continuo sviluppo e con l’obiettivo, a breve, di realizzare mini-battage pubblicitari personalizzati per i gusti e consumi degli utenti.
Microsoft, per Arnold, non può permettersi di dormire sonni tranquilli perché, al contrario di Google, che domina in maniera incontrastata il settore della ricerca online e delle sue tecnologie, la sua suite Office è emulata già nel 70% dei casi dalle funzioni aggiuntive dell’avversario. Google Map, ad esempio, nasconderebbe al suo interno applicazioni che possono competere tranquillamente con Microsoft MapPoint.
Concorda con questa visione anche Joe Wilcox, senior analyst presso Jupiter Research , che sottolinea come il confronto fra Google e Microsoft Windows possa diventare uno dei più cruciali per il mondo dell’ICT. “Google sta scommettendo tutto sulla ricerca come se fosse la nuova piattaforma di riferimento; tutto però dipenderà da come si concretizzerà questa implementazione e soprattutto da come Microsoft reagirà”, ha spiegato Wilcox.
Arnold ha deciso di battezzare il nuovo universo Google come “Googleplex”, prendendo a prestito il nome del quartier generale dell’azienda situato a Mountain View (California). “(…) perché un network distribuito di questo genere con reti broadband è in grado di espandersi all’infinito (…)”, ha sottolineato Arnold. Questo tipo di evoluzione permetterà di accedere ad un network virtuale, dove non c’è più bisogno di backup, setup o riavvii. La postazione PC si trasformerà semplicemente in un nodo di accesso, e non più in un luogo privatamente custodito in uno spazio materiale.
“The Google Legacy”, edito da Infonortics, è disponibile solo in versione PDF ad un prezzo di 180 dollari. Il capitolo 3, intitolato Google Technology , è liberamente consultabile.
Dario d’Elia