E venne il giorno: Stadia non è più una promessa, una prospettiva, ma un servizio operativo a tutti gli effetti. Oggi il debutto a livello internazionale nei primi paesi che accolgono la piattaforma di Google per il cloud gaming, Italia compresa. Siamo di fronte a una rivoluzione per il mondo videoludico?
Stadia, oggi il lancio anche in Italia
Impossibile trarre un giudizio a poche ore dal debutto, ma la prima impressione è che l’incarnazione attuale di Stadia ancora non sia quella definitiva. Non una beta, ma per stessa ammissione del gruppo di Mountain View sono parecchie le caratteristiche e funzionalità mancanti, che saranno implementate nei mesi a venire. Per il momento la cosa importante era giungere al lancio in anticipo rispetto alla concorrenza di Microsoft xCloud e l’obiettivo è stato raggiunto.
Detto questo, basandosi anche sui feedback condivisi dalla stampa specializzata, la piattaforma funziona e lo fa meglio rispetto a quanto visto fino ad oggi con le alternative del cloud gaming (è bene ricordare a chi non segue l’ambito che non si tratta di una prima assoluta). Il catalogo dei giochi con soli 22 titoli presenti al day one ci richiama però alla mente i tempi in cui all’esordio di una nuova console si doveva fare i conti con una disponibilità limitata.
Un plauso va fatto al lavoro svolto sul fronte dell’ottimizzazione dell’infrastruttura, con una pressoché totale assenza di lag anche per chi dispone di una connessione non esattamente velocissima. I requisiti parlano di 10 Mbps sufficienti per lo streaming a 720p e su questo fronte la promessa sembra essere stata rispettata, con la compatibilità estesa a una moltitudine di schermi, ognuno dei quali servito con un flusso audio-video coerente con le specifiche esigenze: smartphone (Pixel), TV con Chromecast Ultra e computer con browser Chrome.
È finita l’era delle next-gen
Per rispondere dunque alla domanda posta dal titolo: no, l’impressione non è quella di aver messo un piede in una nuova era videoludica. Sono lontani i tempi della next-gen, anche se il termine verrà ancora e ancora utilizzato per descrivere l’arrivo di nuove piattaforme (PS5 e Scarlett), ma con un’accezione differente. Non è più possibile parlare di qualcosa paragonabile ad esempio al passaggio dagli 8-bit ai 16-bit (chi ha avuto un NES o un Master System e poi ha messo le mani su uno SNES o su un Mega Drive sa cosa significhi) nemmeno con l’avvento di hardware evoluto.
Stadia rappresenta più semplicemente un nuovo modo di fruire il contenuto, l’ennesimo step nel percorso di smaterializzazione che già ha visto almeno in parte il supporto fisico soppiantato dal digitale. Si va in una direzione che renderà anche la scatola obsoleta, delegando ogni operazione a un’infrastruttura remota e facendo leva su connessioni dalle performance sempre più spinte. Servirà tempo per prendervi confidenza e perché una visione di questo tipo possa esprimere appieno le sue enormi potenzialità.
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