Da sempre attenta all’aspetto Developer, Google dichiara il suo vivo interesse anche per il mondo makers , per il Raspberry Pi e per la numerosa community ad essa legata, con l’intenzione di porre le basi necessarie per favorire lo sviluppo dell’IA.
Ormai il Raspberry Pi può contare su una buona potenza di calcolo, candidandosi di fatto a possibile sistema su cui fare girare progetti di Intelligenza Artificiale , come i software per il riconoscimento facciale , di traduzione da voce a testo (speech-to-text) , di elaborazione del linguaggio naturale, nonché di analisi dei sentimenti .
L’estrema compattezza della PCB, unita alla possibilità di interfacciarla con diversi dispositivi tramite GPIO sono da sempre le caratteristiche più apprezzate dai makers che scelgono il Raspberry Pi come base di prototipazione per i propri progetti.
Guardando a tale preferenza e considerando l’enorme community che gravita attorno alla Raspberry Pi Foundation, Google ha deciso di ampliare gli strumenti di sviluppo rivolti ai makers e nel farlo ha deciso di avvalersi della consulenza dei diretti interessati, sottoponendo ai makers e ai fan del “Lampone” un sondaggio su quali sarebbero per loro le migliorie più utili e apprezzate. Le aree tecnologiche che possono essere selezionate nel sondaggio sono domotica, droni, IoT (Internet delle cose), robotica, stampa 3D, indossabili e machine learning .
Il cofondatore di Raspberry Pi Eben Upton ha dichiarato a TechCrunch : “Per me, le grandi opportunità sono intorno al deep learning e intelligenza artificiale. Google è molto forte in questo settore, in particolare dopo l’acquisizione di DeepMind, e ci sono evidenti vantaggi nell’essere in grado di collegare i loro servizi al mondo reale utilizzando Raspberry Pi. Sarà interessante vedere il risultato del sondaggio e cosa sceglieranno di sviluppare come risposta”.
Lo scorso mese Apple aveva pubblicato il suo primo paper sui progetti di intelligenza artificiale, mentre è di questi giorni l’annuncio che Cupertino è entrata a far parte della “Partnership on AI” aggiungendosi ad Amazon, Facebook, Google, IBM e Microsoft. Gruppo formato lo scorso settembre come mezzo per sostenere la ricerca, stabilire le linee guida etiche e promuovere sia la trasparenza che la privacy quando si tratta di studi sull’intelligenza artificiale.
Nell’annuncio viene spiegato che Apple ha già lavorato con il gruppo prima che venisse creato ufficialmente lo scorso autunno, mentre ora l’azienda è un membro a pieno titolo.
Apple ha promesso di condividere alcuni dei suoi lavori sull’IA all’inizio di dicembre un paio di giorni prima di pubblicare il paper. La società in genere poco propensa a svelare i propri segreti ha mostrato segni di apertura in nome degli sforzi per migliorare la ricerca sul machine-learning. Questo è stato l’ultimo di una serie di recenti mosse legate all’IA tra le quali l’acquisizione in agosto della società di apprendimento automatico Turi con sede a Seattle o l’assunzione avvenuta a ottobre del professore di informatica Russ Salakhutdinov della Carnegie Mellon University per condurre la sua ricerca sull’intelligenza artificiale.
Luca Algieri