Con un documento video caricato pochi giorni fa su YouTube e veicolato poi anche su Facebook, SourceFed , noto sito di news statunitense, getta un sasso nel mare della comunicazione politica proprio nel periodo più caldo della campagna elettorale Oltreoceano. A pochi giorni dalla vittoria alle primarie democratiche di Hillary Clinton, che ha battuto il rivale Bernie Sanders, si alimenta l’ipotesi che Google abbia viziato alcuni risultati di ricerca modificando alcuni suggerimenti di autocompletamento e rimuovendone altri poco simpatici (o “simpatizzanti”). Accuse simili erano già state sollevate il mese scorso nei confronti di Facebook (tema sul quale era intervenuto direttamente Mark Zuckerberg).
Ripercorrendo il test eseguito da SourceFed si nota che effettivamente scrivendo sulla barra di ricerca di Google “Hillary Clinton cri” mancano del tutto il riferimento a “Hillary Clinton Crime”, suggerimenti invece proposti da Bing di Microsoft piuttosto che da Yahoo. Google nel caso specifico propone la ricerca di “Hillary Clinton crime reform”. In maniera simile se si cerca “Hillary Clinton ind” non compare affatto il richiamo ad un eventuale “indictment” (accusa) a favore invece di riferimenti a Indiana , independents e India .
Google non ha tardato a smentire le voci e placare i sospetti attraverso un intervento via email da parte di una sua rappresentante. Secondo la fonte l’azienda non manipolerebbe nessun risultato di ricerca a favore di uno specifico candidato presidenziale, e i filtri lavorerebbero tutti allo stesso modo per tutte le ricerche e per qualsiasi termine: “Le previsioni di autocompletamento sono prodotte in base ad un numero di fattori che includono la popolarità dei termini ricercati”, si spiega. “I nostri sistemi sono periodicamente aggiornati per migliorare la ricerca, e le attività di ricerca dei nostri utenti influenzano i termini che appaiono nell’autocompletamento che possono quindi variare con il tempo – precisa la portavoce di Mountain View – Inoltre i nostri sistemi filtrano automaticamente un insieme di contenuti offensivi o inappropriati dai risultati proposti per l’autocompletamento”.
Nonostante la smentita, però, SourceFed si chiede come mai il connubio tra Hillary Clinton e il termine “accusa” non appaia a fronte di un numero preminente di ricerche di questo tipo (specialmente nei primi mesi dell’anno) a dispetto di altri termini proposti tra i suggerimenti del sistema. Stranamente le ricerche associate ad altri rivali politici come Bernie Sanders e Donald Trump invece, innescano numerosi suggerimenti dai connotati negativi (tra i quali “rac-ist” riferito al candidato repubblicano). Chi grida al complotto, fa notare che Eric Schmidt, Chief Executive per Google, supporterebbe finanziariamente una start-up di data analytics che ha tra i maggiori clienti proprio i Clinton.
Mirko Zago