Un miraggio per le migliaia di utenti che da tempo si appoggiano ai servizi di BigG “nelle nuvole” per la propria vita reale e digitale: tenere sincronizzati appuntamenti, email, contatti su computer e cellulari connessi in Rete. Ora da Mountain View hanno dimostrato che si può, grazie ad una spruzzata di Exchange e un po’ di Google-Mojo: peccato che, almeno su iPhone, il risultato per il momento lasci a desiderare.
Prima di tutto, i fatti: sin dal lancio del Melafonino, in molti si erano chiesti come mai non fosse stata prevista una funzionalità “Push” (vale a dire che consegna automaticamente e in tempo reale) per l’email su iPhone. Si tratta di uno dei punti di forza del Blackberry di RIM : la sua mancanza sullo smartphone Apple appariva come uno smacco non da poco alle velleità enterprise del dispositivo. Con l’ arrivo , tuttavia, di un Push per Yahoo!Mail e MobileMe , la faccenda sembrava essere stata rimessa in equilibrio: peccato che non tutti abbiano un account di posta su Yahoo!, o abbiano sottoscritto un abbonamento ai servizi web della Mela.
Con Google Sync, BigG è arrivata in soccorso dei suoi affezionati clienti che non possono fare a meno di tenersi aggiornati e sincronizzati tramite Gmail e Calendar: e se fino all’altro ieri era possibile tenere allineati soltanto gli indirizzi della rubrica e i propri appuntamenti su un numero considerevolmente ristretto di dispositivi, da circa 24 ore è possibile sfruttare tutti i servizi “professionali” di Google passando per le nuvole (vale a dire via Rete) e garantendo aggiornamenti istantanei su tutti i dispositivi . Requisiti : compatibilità con il protocollo Exchange di Microsoft.
A partire dalla versione 3.0 del firmware del Melafonino, e sui cellulari Windows Mobile , il protocollo è integrato: dunque è possibile inserire i propri dati seguendo le istruzioni fornite dalla stessa Google per veder sincronizzati in quattro e quattr’otto tutti i propri dati, compresa l’email. In più, almeno in teoria , proprio i messaggi di posta elettronica dovrebbero essere consegnati in tempo reale sul proprio apparecchio mobile: al contrario di Blackberry, che si appoggia a un proprio server, al contrario di MobileMe e Yahoo!, che utilizzano un protocollo compatibile con iPhone, Gmail ha invece ottenuto il Push tramite un hack che ha infilato il protocollo Exchange in cima al suo codice per replicare le funzioni di consegna automatica.
Svantaggi: consumo della batteria , innanzi tutto. La stessa BigG avverte che, a causa del collegamento continuo con i suoi server per controllare la posta, si potrebbero verificare dei consumi leggermente superiori dell’energia accumulata dai terminali. Altrove spiegano che, mancando ai server di BigG la capacità di gestire il comando IDLE del protocollo IMAP, la soluzione adottata con l’introduzione di Exchange costa un po’ di più in termini di connessione e dunque di consumo energetico per funzionare: il risultato è che la batteria di un iPhone 3GS abbinato ad un account Google usato per ricevere la corrispondenza lavorativa, secondo le prove svolte in redazione, va esaurita in poche ore .
Altre limitazioni: se fino a cinque minuti prima non si utilizzavano tutti i servizi di Google per la propria rubrica, la propria agenda e le proprie email, sincronizzare il tutto potrebbe diventare complicato. Come minimo occorrerà importare tutto su Gmail e Calendar, o confidare in una sincronizzazione intelligente ed efficiente dei tool automatici. Inoltre, tentare di impostare su iPhone separatamente l’account di posta Gmail e un account Exchange per rubrica e agenda parrebbe non funzionare : il primo cesserà di funzionare correttamente, probabilmente a causa dei server di BigG che, rilevando troppe connessioni contemporanee, ne bloccano alcune.
Poco male, direbbero i più: si imposta tutto su Exchange e alla via così. Peccato che , almeno al momento, iPhone non consenta di impostare più di un account Exchange per volta : se si utilizzano, come spesso accade, indirizzi diversi per la corrispondenza lavorativa e quella privata non resta che sacrificarne uno a favore dell’altro.
Senza dimenticare che, a giudicare da quanto si legge in giro e quanto è stato verificato durante i test, i server Google non sembrerebbero reggere il carico (anche in questo caso, almeno per il momento) della mole dei messaggi scambiati dagli utenti: le nuove email, invece che a pochi secondi di distanza dall’effettiva avvenuta consegna, vengono scaricate diversi minuti dopo il loro arrivo nella propria casella di posta. A volte è persino necessario avviare manualmente la sincronizzazione per vederle apparire.
Luca Annunziata