Secondo quanto appreso dalla CNBC, Google sarebbe pronta a tagliare fortemente le fee imposte a quanti vendono servizi legati al cloud di Mountain View. La strategia sarebbe orientata all’arricchimento della propria piattaforma, così da poter avere maggior appetibilità in prospettiva e attirare clienti nuovi su quella che potrebbe diventare una piattaforma sempre più ricca di opportunità.
Google Cloud Platform: in arrivo un taglio alle fee
Quella di Google è una risposta diretta a Microsoft, che ha già anzitempo abbassato le richieste ai propri partner creando così rapporti virtuosi che innescano una dinamica fiorente. La scelta di Google è quella di abbassare dal 20 al 3% le fee sulla propria Google Cloud Platform: un cambio radicale di orizzonte, insomma, sacrificando i benefici immediati per garantire ai propri partner la possibilità di conservare la quasi totalità degli introiti derivanti dalla vendita dei propri servizi. Il beneficio è chiaramente comune: maggiori sono i servizi venduti dai partner, maggiori sono le risorse cloud messe al servizio dei partner stessi.
La logica è la medesima degli app store: maggiori sono le fee, minore è l’interesse a sviluppare app sulle quali la piattaforma opera trattenute in alcuni casi tali da non rendere proficua l’attività. Abbassare le richieste significa moltiplicare i partner, aumentare le soluzioni in entrata e decuplicare l’appetibilità della propria piattaforma agli occhi di quanti stanno scegliendo a chi affidarsi per la propria strategia cloud.
Al momento il taglio non è ancora stato ufficializzato, ma queste e altre novità potrebbero esserlo a breve: si tratta di una dinamica innescatasi tra le maglie della concorrenza in un ambito dove gli attori dominanti sono tre (Google Cloud Platform, Azure e AWS) e sforbiciate di questo tipo servono per decretare gli equilibri con cui le singole piattaforme si presentano ai clienti e a quanti sviluppano servizi che al cloud mettono a disposizione nuove opportunità.