Google ha dimostrato in passato in più di un’occasione di saper ascoltare i malumori che provengono dal suo interno, anche quando ciò comporta la perdita di un’occasione per il proprio business. L’abbandono del progetto Maven, l’accantonamento dell’idea di lanciare in Cina il motore di ricerca Dragonfly e l’uscita dal bando per aggiudicarsi l’allestimento della piattaforma JEDI finanziata dal Pentagono ne sono testimonianze.
Google, dipendenti ed eventi: a cosa serve quel tool?
Si torna oggi sul tema poiché la redazione di Bloomberg ha raccolto e condiviso alcune segnalazioni (rimaste comprensibilmente anonime) in merito a quello che viene descritto come uno strumento sviluppato da bigG con l’obiettivo di tenere sotto controllo l’attività dei collaboratori più irrequieti, quelli che si fanno portavoce delle lamentele manifestate dai colleghi organizzando meeting e riunioni.
Il tool è costituito da un’estensione sviluppata per il browser Chrome e installata sui computer presenti in ogni ufficio. Il suo compito è quello di notificare quando un membro dello staff crea un evento coinvolgendo 100 o più partecipanti e occupando oltre 10 stanze. La posizione ufficiale dell’azienda è chiara: serve esclusivamente per evitare che insorgano problemi a livello organizzativo.
Quanto riportato a proposito dello strumento e dello scopo dell’estensione è assolutamente falso. Si tratta di un pop-up reminder che chiede alle persone di essere caute prima di inserire un meeting nei calendari di un gran numero di collaboratori.
Insomma, il gruppo di Mountain View conferma l’esistenza dello strumento, specificando che la sua finalità non è quella di impedire riunioni o incontri, nemmeno quando sul tavolo della discussione ci sono le pratiche dell’azienda. Sottolinea inoltre che non raccoglie ancora informazione personale né impedisce in alcun modo la creazione degli eventi, limitandosi a mostrare un avviso quando gli inviti raggiungono un target ritenuto esteso.