L’anno scorso, il Procuratore Generale dell’Arizona (Mark Brnovich) ha denunciato Google perché Android traccia la posizione degli utenti senza il loro consenso, anche se la specifica funzionalità è stata disattivata. Un documento depositato per la causa svela ora le presunte modalità usate dall’azienda di Mountain View per rendere più difficile trovare le impostazioni sulla privacy.
Google traccia sempre la posizione?
Nel documento sono riportate alcune testimonianze di ingegneri e dirigenti Google che confermano le pratiche adottate per impedire agli utenti di disattivare il tracciamento della posizione nelle impostazioni di Android. Jack Menzel, ex Vice Presidente del gruppo Google Maps, ha ammesso che l’unico modo per evitare il tracciamento è inserire indirizzi casuali per casa e lavoro. Jen Chai, un product manager, non sapeva invece come le varie impostazioni sulla privacy interagiscono tra loro.
Il documento descrive le tecniche utilizzate per raccogliere informazioni sulla posizione, anche se l’utente ha disattivato l’opzione corrispondente nelle impostazioni. Ciò avviene sfruttando il WiFi e app di terze parti, oltre che tramite Google Maps. Il design di Android è stato inoltre modificato per “nascondere” le impostazioni sulla privacy. Google avrebbe anche fatto pressioni sui vari produttori per ottenere questo scopo.
Il motivo sembra piuttosto chiaro: maggiori sono i dati raccolti, migliore è il profilo dell’utente e più elevati sono i profitti derivanti dalle inserzioni pubblicitarie personalizzate. In Android 12 sono incluse diverse novità per la privacy, tra cui la possibilità di condividere con le app solo la posizione approssimata. Un portavoce di Google ha dichiarato:
Brnovich e i nostri concorrenti che guidano questa causa hanno fatto di tutto per descrivere erroneamente i nostri servizi. Abbiamo sempre integrato funzionalità per la privacy nei nostri prodotti e fornito controlli robusti per i dati sulla posizione. Non vediamo l’ora di mettere le cose in chiaro.
Riceviamo in redazione e pubblichiamo lo statement attribuito a un portavoce di Google.
È da tempo che i controlli sulla privacy sono stati integrati nei nostri servizi, e i nostri team lavorano continuamente per discuterli e migliorarli. Per quanto riguarda le informazioni sulla localizzazione, abbiamo ricevuto commenti costruttivi e abbiamo dedicato un lavoro approfondito per migliorare il controllo della privacy. Infatti, perfino la selezione di estratti pubblicata indica chiaramente che l’obiettivo del team era ridurre la confusione riguardo alle impostazioni della cronologia delle posizioni.