I tecnici di Mountain View potenziano ulteriormente l’input vocale dell’applicazione mobile Google Translate . Come sempre, i primi a beneficiare dell’innovazione sono gli smartphone e i tablet equipaggiati con Android, il sistema operativo di casa.
La “modalità conversazione” inserita nell’aggiornamento dello scorso anno usa il microfono del dispositivo per tradurre il parlato in una diversa lingua. Nella prima fase l’applicazione ascolta le parole scandite dall’utente. Poi il dettato viene convertito in testo, tradotto, e riletto ad alta voce dal sintetizzatore vocale interno.
Fino a ieri era possibile utilizzare la funzione soltanto per tradurre due lingue, inglese e spagnolo, ma ora Google Translate è stato aggiornato per l’interpretazione di altri 12 idiomi, tra cui italiano, francese, tedesco, portoghese, olandese, russo, ceco, turco, cinese-mandarino, giapponese, coreano e polacco.
Ovviamente l’applicazione non tiene in memoria i vari vocabolari ma utilizza l’accesso ad un server remoto per riconoscere e convertire il parlato in tempo reale, quindi richiede una veloce connessione attiva, WiFi o 3G, per svolgere il suo lavoro di interprete. La tecnologia è ancora ad un livello embrionale: fattori come il rumore di fondo e la pronuncia possono influire sulla precisione del riconoscimento.
Roberto Pulito