Google è da tempo impegnata a estendere quanto più è possibile l’ uso delle connessioni Web cifrate su protocollo HTTPS, e per meglio tenere traccia della situazione la corporation ha aggiunto una nuova pagina specificatamente dedicata alla crittografia telematica all’interno del rapporto aziendale sulla trasparenza aggiornato periodicamente.
L’obiettivo finale di Mountain View è la “crittografia completa del traffico” Web, ma al momento nemmeno sul network interno è possibile raggiungere una cifratura totale: a gennaio 2016, rivela Google, la percentuale di richieste inviate ai server basate su connessioni criptate è stata pari al 75 per cento circa.
La corporation dell’advertising dice di essere impegnata a implementare HTTPS su tutti i suoi prodotti, un risultato per ora raggiunto al 100% solo su Gmail; per il resto, Maps, News, Drive e tutti gli altri servizi telematici sono coperti solo parzialmente da HTTPS mentre l’azienda cerca di eliminare tutte le “barriere tecniche” che complicano il supporto alla crittografia.
Gli sforzi di adozione della crittografia sono significativi per Google, e dovrebbero esserlo anche per il resto dei siti Web più popolari, ammonisce Mountain View: si calcola in un 25 per cento la percentuale del traffico Web mondiale protetta dallo scudo di HTTPS, e una apposita classifica del variegato supporto alle comunicazioni cifrate da parte dei siti più popolari è disponibile sempre nel rapporto sulla trasparenza dell’azienda.
L’implementazione del supporto alla crittografia può essere difficile , ammette Google, e tra gli ostacoli principali alla blindatura totale del Web ci sono le tecnologie hardware e software meno recenti che non supportano HTTPS, i governi e le organizzazioni che bloccano o degradano il traffico cifrato e infine la mancanza di incentivi o risorse tecniche per l’implementazione della tecnologia.
Alfonso Maruccia