Google, trimestrale al gusto Motorola

Google, trimestrale al gusto Motorola

Tutto in regola nei numeri di Mountain View. Che inizia anche a vedere i frutti dall'acquisto del produttore hardware. Assente, giustificato, il CEO Larry Page
Tutto in regola nei numeri di Mountain View. Che inizia anche a vedere i frutti dall'acquisto del produttore hardware. Assente, giustificato, il CEO Larry Page

Il secondo trimestre fiscale del 2012 di Google si chiude con una crescita del 21 per cento del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Mountain View, nel dettaglio, ha registrato introiti pari a 2,79 miliardi di dollari (una crescita dell’11 per cento rispetto al 2011) e un fatturato di 12,21 miliardi di dollari : di questi, 1,25 rappresentano il primo frutto cresciuto dall’operazione di acquisto di Motorola Mobility , il cui fatturato è cresciuto del 35 per cento rispetto all’anno precedente e del 15 rispetto al precedente periodo finanziario. Nonostante questo l’azienda rimane in realtà in perdita netta, con un -233 milioni di dollari.

Google, oltre ai numeri, considera positivo anche il prossimo lancio dei prodotti presentati ad I/O, in particolare per le buone recensioni che ha già ricevuto il suo tablet Nexus 7: anche le previsioni future, dunque, restano assolutamente ottimistiche. Inoltre, Mountain View ha rimpinguato la sua disponibilità di contante arrivando a 43,1 miliardi di dollari.

Gli osservatori, le cui aspettative sono state ancora una volta superate da Mountain View, l’ hanno premiata e il suo titolo è cresciuto di 2,61 punti percentuali .

L’unica nota negativa è stata l’ assenza di Larry Page dalla presentazione : a quanto pare per un disturbo non meglio specificato il CEO si ritrova senza voce.

Nikesh Arora, vice presidente chief business officer di Google, lo ha sostituito e ha dovuto specificare che si tratta di una soluzione temporanea e che Page continua a guidare l’azienda: da disperdere vi erano le ombre che incombevano e che collegano la situazione di Page alla malattia di Steve Jobs, che per anni ha tenuto Apple sotto scrutinio.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
20 lug 2012
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