I risultati finanziari dell’ultima trimestrale di Google hanno battuto ancora una volta le aspettative del mercato: a trainarli l’advertising e una migliore gestione dei costi.
Il terzo trimestre del 2011 ha fatto segnare a Google quota 9,72 miliardi di dollari di fatturato, per il 69 per cento prodotto dai suoi siti Internet che hanno dunque permesso di incassare circa 6,74 miliardi di dollari.
Per il resto si tratta in gran parte di introiti generati tramite AdSense che contribuisce per il 27 per cento del totale con 2,6 miliardi di dollari. Infine, in crescita a circa 2,5 miliardi annuali i proventi generati dall’advertising mobile: settore più che raddoppiato negli ultimi 12 mesi, e che il nuovo CEO Larry Page ha indicato come promettente.
In crescita il mercato dell’advertising online, il cui fatturato è cresciuto del 37 per cento e i profitti, arrivati a 3 miliardi, del 26: nonostante la crisi economica, insomma, la pubblicità online su Google non subisce cali significativi e anzi per l’ultimo periodo finanziario dell’anno gli analisti scommettono ancora sulla sua crescita. Anche per questo le azioni di BigG sono cresciute di 7 punti percentuali in Borsa.
L’altro lato del nuovo successo di Google è il contenimento delle spese: Mountain View sta riuscendo a presentare spese inferiori a quelle attese da Wall Street per il quarto trimestre di fila , incrementando così i profitti.
Queste ristrettezze si riflettono in parte anche sul settore ricerca e sviluppo, ma Larry Page ha riferito che Google sta semplicemente cercando di “concentrarsi per non finire a fare cose che rischiano di avere un impatto inferiore” sul loro core business. Questa nuova strategia ha portato all’accantonamento di 20 diversi prodotti.
Nell’ottica dei profitti svolge un ruolo ancora marginale, nonostante quello che sembra un crescente successo di pubblico, Android: Larry Page parla di 190 milioni di dispositivi androidi attivi, ma nella trimestrale (fatta eccezione per il dato sull’advertising mobile) non si parla più diffusamente della piattaforma e degli introiti da essa generati.
Claudio Tamburrino