Tra le ragioni che hanno portato ai ferri corti il rapporto tra gli Stati Uniti e la Cina, e più nel dettaglio quello tra l’amministrazione Trump e Huawei, anche i potenziali rischi per la cybersecurity nazionale. Ora sulla vicenda interviene Google, chiamando all’appello l’inquilino della Casa Bianca e sottolineando come il ban delle scorse settimane stia rischiando di generare nuovi problemi anziché risolvere quelli fino ad oggi emersi e oggetto d’indagine.
Google a Trump su Huawei e Android
Un report comparso sulle pagine del Financial Times fa riferimento a contatti tra il gruppo di Mountain View e Washington, con l’obiettivo di sottolineare come l’impossibilità di fornire al produttore di Shenzhen un adeguato supporto per Android potrebbe costringere Huawei ad affidarsi a un sistema operativo differente (ARK OS), protabilmente un fork della piattaforma, mostrando così il fianco a pericoli relativi a vulnerabilità o violazioni. Insomma, il buco rischia di essere più grande della toppa.
Fino al 19 agosto Huawei potrà continuare a far leva sul supporto di Google sia per il rilascio delle patch di sicurezza sia per gli altri aggiornamenti destinati alla piattaforma mobile. Non è chiaro cosa accadrà poi, anche se il produttore ha più volte ribadito che continuerà a fornire gli update per i dispositivi già acquistati e per quelli attualmente in fase di distribuzione, brand Honor compreso.
I prossimi due mesi saranno decisivi. O si giungerà a un accordo tra le parti, con il gruppo cinese nuovamente in grado di gestire il proprio business come fatto fino ad oggi, oppure non è da escludere l’esordio a livello commerciale di un sistema operativo diverso da Android, senza l’integrazione dei servizi Google, inclusi il Play Store per il download delle applicazioni e Play Protect per la scansione dei software alla ricerca di codice malevolo.
Gli effetti del ban conseguente all’inclusione di Huawei nella Entity List degli USA si stanno riverberano anche al di fuori dei confini statunitensi. È dei giorni scorsi la dichiarazione di ARM, che attraverso il suo co-fondatore Hermann Hauser ha definito la questione un grosso problema per il business del gruppo britannico. Sarà un’estate rovente e decisiva per la definizione di nuovi equilibri del mercato.