Il primo tentativo, partorito un po’ più di un anno fa, non è stato un successo dirompente: ad oggi, nessuno ha ancora trovato la chiave della TV del futuro, ma Google ci vuole riprovare. La nuova versione del suo software Google TV ha iniziato a circolare tra i proprietari dell’hardware compatibile nel corso del weekend, mostrando una nuova interfaccia e il marketplace delle applicazioni compatibili. Con un cuore fatto di Android Honeycomb , BigG spera di riprendere le fila dove le aveva lasciate lo scorso maggio , in attesa (anche) di nuovi apparecchi che allarghino l’offerta e rendano più popolare il servizio.
Il principale cambiamento della nuova versione, come detto, è l’ interfaccia : dai più ritenuta il principale punto debole della versione precedente, i tecnici di Mountain View hanno provveduto a migliorarla e renderla più adatta alla fruizione tramite lo schermo della TV. Film e programmi sono mostrti correttamente con la loro locandina, più ampi e distanziati tra di loro, e selezionarne uno risulta più immediato. Inoltre, molta attenzione è stata dedicata al meccanismo di ricerca dei programmi: nel DNA di Google TV è radicata la disponibilità dei servizi via cavo tipici degli USA, e il software aiuta lo spettatore a cercare e visualizzare esattamente il contenuto desiderato attraverso il canale migliore (dal vivo, con l’on-demand ecc). Non manca YouTube, che si avvantaggia anch’essa di una nuova interfaccia e di una migliore integrazione con i comandi tipici di una televisione.
Altro fattore da non trascurare è l’ arrivo delle app e del marketplace : in questo caso, la scelta di BigG è stata quella di privilegiare l’approccio di compatibilità più che la varietà, quindi il sistema mostra disponibili solo le applicazioni realmente sviluppate per la TV . Se il touch è una condizione per l’utilizzo, niente app su Google TV. Sono una 30ina quelle presentate in rilievo (ce ne sono di vario tipo, dalle news al video on-demand dal Web), su un totale di circa 800: tra l’altro è previsto in futuro anche il debutto di Google+ sulla TV, non appena saranno state risolte le questioni di integrazione tra i software necessari a trasbordare sullo schermo di casa tutte le funzioni social (importanti per la TV e per Google) fin qui appannaggio dello schermo del PC.
L’ idea di fondo di Google è stata quella di dare una ripulita e una risistemata al prodotto: se si omettono le app e il marketplace, lo sforzo principale è andato nella direzione di semplificare l’utilizzo da parte dell’utente dei proprio abbonamenti alla pay-TV . Con una ricerca, molto simile nell’esperienza a quella offerta da Android (che non a caso è il cuore di Google TV), si possono individuare programmi che rispondano a precise richieste dell’utente, e optare per contenuti dal vivo o meno, a pagamento o compresi nel proprio pacchetto. Senz’altro, poi, l’avvento delle applicazioni potrebbe significare molto in termini di appeal per il pubblico.
Quello che manca a Google TV sono i servizi come Hulu e Vudu , ovvero quelli di massimo successo in questo ambito negli USA. C’è Netflix, ma potrebbe non essere abbastanza. La loro assenza, tuttavia, è facilmente spiegabile con l’intenzione di Google di non pestare i piedi alle emittenti tradizionali, le stesse che avevano espresso non pochi dubbi riguardo al modello adottato da BigG: in qualche modo, però, per il momento Mountain View sceglie un approccio morbido e non tenta di scalzare i tradizionali fornitori di contenuti dal focolare domestico, ma solo di “integrare” i loro contenuti con altri. Se il progetto avrà abbastanza respiro, e se l’ hardware in procinto di uscire (entro Natale, pare) sarà adeguato a farne un best seller, sarà cosa da scoprire nei prssimi mesi: anche lo sbarco annunciato in territorio europeo giocherà la sua parte.
Luca Annunziata