Ennesimo stop per la IPTV di Google, ancora alle prese con l’ostracismo e la diffidenza delle televisioni statunitensi , poco inclini a concedere l’accesso alle trasmissioni web a quello che oramai considerano un concorrente sleale e indesiderato. Dopo il muro eretto da ABC, NBC e CBS, ora anche Fox ha cominciato a bloccare lo streaming telematico dei propri contenuti attraverso l’interfaccia di Google TV.
Per quanto Mountain View sperasse di avviare l’ennesima rivoluzione grazie alla convergenza di media vecchi (TV) e nuovi (Internet), dopo l’approdo sul mercato Google TV continua a rappresentare una sorta di “prodotto in beta” con poca attrattiva nei confronti del grande pubblico.
Google ha deciso di non individuare e risolvere anzitempo eventuali problemi di licenza, in anticipo sulla commercializzazione del nuovo gadget telematico-televisivo, nonostante la consapevolezza del fatto che per evitare il fallimento un prodotto come Google TV ha un bisogno disperato dell’approvazione e della collaborazione dei grandi network a stelle e strisce .
Ma i grandi network non vogliono che il ricco mercato dell’advertising televisivo venga infastidito da quello (inferiore in dimensioni assolute) della pubblicità online senza guadagnarci alcunché, ragion per cui a Google non resta che trattare per risolvere l’intoppo e far accettare Google TV agli operatori e ai consumatori.
Google deve rassicurare le emittenti, e non a caso il manager di prodotto di Google TV Rishi Chandra ha recentemente ripetuto il solito mantra sull’importanza delle TV via cavo: “Non stiamo provando a sostituire il cavo”, ha detto Chandra, ribadendo come non si tratti di uno scontro fratricida tra TV e web quanto piuttosto di commistione e coesistenza fra TV “e” web.
Quale che sia il destino di Google TV, c’è almeno un business telematico che ha da tempo ricevuto il supporto diretto delle televisioni USA e che comincia a dimostrare una certa consistenza grazie ai risultati finanziari resi noti dal CEO Jason Kilar: Hulu va bene anzi benissimo , e chiuderà il 2010 con ricavi totali per 240 milioni di dollari contro i 108 milioni del 2009 e i 25 milioni di dollari del 2008.
Oltre agli invidiabili risultati economici, Kilar fornisce anche un po’ di statistiche aggiornate sul “peso” che Hulu si è conquistato nel business del video-on-demand statunitense : nell’ultimo mese il servizio è stato visitato da 30 milioni di utenti, ha fornito 260 milioni di “content stream” (stream completi e non singoli “capitoli”), ha trasmesso 800 milioni di clip pubblicitarie. Attualmente Hulu si può giovare dell’apporto di contenuti da parte di 235 partner diversi (contro i 2 degli inizi) e riceve guadagni da 352 clienti pubblicitari rispetto ai 10 di 3 anni fa.
Alfonso Maruccia