Secondo una ricerca pubblicata dalla Public Library of Science ( PLoS ), l’algoritmo di Google potrebbe essere utilizzato per studiare la catena alimentare , individuarne le criticità e difendere così le specie la cui estinzione rischia di compromettere maggiormente l’intero ecosistema.
Ogni specie è legata alle altre in una complessa rete di relazioni: il delicato equilibrio del ciclo della vita può essere minacciato anche se un solo anello viene a mancare. Portando con sé tutte le specie ad esso collegate. Dal momento che il numero di combinazioni con cui le singole specie sono legate tra loro è praticamente infinito, un metodo tradizionale di analisi sarebbe incapace di individuare le specie la cui importanza è più strategica per il sistema. Decisivo sarebbe quindi studiare tutte le possibili conseguenze, dal momento che l’estinzione di un essere vivente potrebbe portare per effetto domino la fine di molte altre.
Adottando solo alcune modifiche all’algoritmo, secondo lo studio sembra possibile applicare al problema il sistema di PageRank di Google .
Una specie che si estingue corrisponde a un errore 404 : gli scienziati hanno teorizzato che il sistema di catalogazione delle pagine possa essere un modo semplice per studiare le estinzioni pericolose per l’intero ecosistema. “Se riusciamo a individuare – spiegano i ricercatori – rimuovendo quale specie innesca una distruzione più veloce dell’ecosistema, abbiamo trovato un modo per ordinare le specie per importanza”.
I ricercatori Stefano Allesina e Mercedes Pascual raccontano che la prima cosa da fare è stato ribaltare la definizione dell’algoritmo: mentre una pagina è importante se pagine importanti sono ad essa collegate, nell’approccio ecologico una specie è importante se è collegata a specie importanti. Naturalmente più sei cibo, più sei risorsa strategica.
Inoltre gli scienziati hanno dovuto inserire un elemento che rappresentasse nell’ecosistema della natura la ciclicità necessaria all’applicazione dell’algoritmo. È costituito, nella catena alimentare, dall’humus: i residui organici degli animali morti che rientrano nel ciclo venendo riassorbiti come sostanze nutritive dalle piante, a loro volta alimento di animali.
Applicando l’algoritmo così ottenuto agli studi sulle catene alimentari già effettuati con metodi più complessi, i ricercatori hanno verificato che portasse al medesimo risultato.
Claudio Tamburrino