Che i risultati delle ricerche effettuate su Google fossero prodotti da algoritmi è fatto noto, ricordato spesso dalla stessa azienda come segno di affidabilità e trasparenza. Tuttavia, il processo di classificazione delle ricerche è influenzato per diversi aspetti dall’azione umana, fatto anche questo che BigG non ha mai nascosto : ora è possibile conoscere i metodi adottati dagli umani che assistono le elaborazioni PageRank grazie alla pubblicazione di un manuale di 160 pagine.
Si tratta di una lista di istruzioni confezionate da Mountain View che fornisce ai dipendenti diverse indicazioni su come affinare i risultati di ricerca : in base ai criteri della rilevanza, del potenziale di spamming e della qualità assegnata ai contenuti.
Per quanto riguarda la rilevanza dei risultati, il manuale indica ai classificatori umani di assegnare un certo grado in base alla propria opinione, sulla base di una scala che va da “vitale” a “utile”, passando per “inutile” o “non classificabile”. Stesso discorso vale per il sistema adottato per classificare lo spam: “non spam”, “forse spam”, “spam”, “porno”, “malevolo”.
Il manuale specifica chiaramente che l’intervento umano non si occupa di costruire l’indice , bensì di testare gli aggiornamenti regolarmente messi a punto per migliorare l’algoritmo.
Secondo i dati riportati , Google avrebbe assunto circa 1500 tecnici addetti al perfezionamento del search , con una forma contrattuale che prevede il lavoro da casa invece che negli uffici di Mountain View.
Cristina Sciannamblo