L’intelligenza artificiale di Google, che al momento non è in grado di distinguere una scimmia da una persona , è tra i molti tasselli adottati per fornire una risposta pertinente alle ricerche online più complesse eseguite dagli utenti sul motore di Mountain View.
La IA per le ricerche Web si chiama RankBrain , rivela Bloomberg , ed è programmata per convertire il linguaggio scritto in coordinate vettoriali più facili da processare per gli algoritmi informatici: l'”intelligenza” alla base del sistema sta nella sua capacità di fare ipotesi nel caso in cui una parola o una frase non risultino di uso comune.
RankBrain contribuisce al momento a risolvere il 15 per cento delle query ricevute da Google ogni giorno, vale a dire quelle ricerche che il motore di Mountain View non ha mai sperimentato in precedenza e che quindi non possono essere “risolte” con procedimenti diversi da un algoritmo predittivo.
Gli altri “centinaia” di elementi usati da Mountain View per risolvere le query sono tutti basati sulle scoperte fatte dagli utenti nelle ricerche precedenti, dice Google, ma non esiste alcun processo di apprendimento da parte di una IA.
RankBrain è solo uno dei tanti frutti dei massicci investimenti di Mountain View nel campo del machine learning e dell’intelligenza artificiale, una tecnologia che permette alla corporation dell’advertising di continuare migliorarsi nell’ambito del search.
Alfonso Maruccia