Si chiama Consumer Surveys ed è l’ultima iniziativa annunciata da Google per il marketing online. In particolare, introducendo una efficace alternativa ai classici meccanismi di paywall adottati da grandi quotidiani e publisher che distribuiscono agli utenti contenuti premium a sottoscrizione.
Dalle potenti aziende nella lista di Fortune ai negozi dietro l’angolo. Il colosso di Mountain View ha sottolineato come il nuovo progetto rappresenti una soluzione flessibile per svariate tipologie di business. Con un principio basilare: sfruttare le classiche domande utili al mercato per guadagnare sui siti web .
Ma come proporre ancora le più fastidiose ricerche di mercato, spesso cestinate al volo dai consumatori esasperati? Google sembra aver trovato il classico uovo di Colombo: gli utenti dovranno rispondere a domande elementari – quale logo preferisci? Perché compri questa marca di popcorn? – per poter accedere ai contenuti premium .
In sostanza , lo stesso concetto del paywall che sostituisca i soldi degli utenti con alcune semplici risposte. I lettori del New York Daily News – uno dei primi quotidiani ad aderire all’iniziativa – potranno dunque accedere agli articoli o ai video facendo sapere agli inserzionisti perché comprano una merendina .
E BigG ha fornito ai potenziali partner un preventivo di guadagno con il progetto Consumer Surveys . Per ciascuna risposta fornita dalla generica popolazione statunitense, il publisher guadagnerà 10 centesimi di dollaro. Sono 150 dollari per 1500 risposte .
Più succulente le risposte fornite sul sito da particolari segmenti demografici della popolazione a stelle e strisce. 50 centesimi di dollaro, 750 dollari per 1500 risposte . Ovviamente bisognerà stabilire i campioni d’interesse, per genere, età o area geografica di residenza.
Mauro Vecchio