Dopo aver rastrellato investimenti per almeno 20 milioni di dollari, l’azienda californiana Bump Technologies verrà acquisita dal colosso Google con la sua celebre applicazione per la condivisione rapida di contenuti e dati a mezzo mobile. Fondata nel 2008, Bump aveva subito scalato le classifiche dei download su iOS e (successivamente) Android, raggiungendo il totale di 125 milioni su entrambi i sistemi operativi in mobilità .
Stando alle indiscrezioni trapelate tra gli osservatori di mercato, il gigante di Mountain View avrebbe previsto una spesa variabile tra 30 e 60 milioni di dollari , non propriamente un affare irrinunciabile per i responsabili di Bump. Nonostante l’elevata quantità di contenuti condivisi – più di 1 miliardo di fotografie con il semplice scontrarsi di due telefoni cellulari – l’applicazione non è ancora riuscita a monetizzare al meglio i suoi numeri da record.
Dopo il boom dell’app Bump, l’azienda californiana ci ha riprovato con Flock, altra applicazione che permette agli utenti di creare album fotografici di gruppo con l’identificazione geolocalizzata degli amici iscritti. Lo scarso rating su App Store e i pochi download su Google Play – non più di 50mila – hanno forse convinto la società statunitense a concedersi ai denari di BigG.
Sono però emersi alcuni interrogativi sul reale valore di Bump per l’azienda di Mountain View, che già sfrutta la modalità Party Mode per la creazione e condivisione di album di gruppo sul suo social network G+. In aggiunta, la condivisione da scontro di Bump può essere vista come un diretto competitor della tecnologia NFC sperimentata dalla stessa Google in Android. È dunque possibile che l’app sviluppata da Bump serva a migliorare, in particolare, il trasferimento di file da un dispositivo androide ad un PC , al momento vincolato all’utilizzo di un cavetto o all’applicazione di sincronizzazione fornita da Google Drive.
Mauro Vecchio