La Fair Trade Commission del Giappone ha inviato a Google un ordine “cease and desist” per chiedere di interrompere le sue pratiche anticoncorrenziali. L’accusa è simile a quella che ha portato al processo negli Stati Uniti, ovvero ottenere un vantaggio nel mercato dei motori di ricerca attraverso la sottoscrizione di accordi con i produttori di smartphone. L’azienda di Mountain View ha comunicato che farà valere le sue ragioni.
Monopolio anche in Giappone?
Secondo l’autorità antitrust del Giappone, Google avrebbe ostacolato la concorrenza attraverso accordi con i produttori di smartphone Android. In dettaglio, l’azienda californiana avrebbe chiesto un trattamento preferenziale per il motore di ricerca durante la configurazione iniziale dei dispositivi (in Giappone non esiste la schermata di scelta come in Europa).
Google avrebbe anche promesso una percentuale delle entrate ottenute dal motore di ricerca, se i produttori limitano l’uso delle app di ricerca concorrenti. La Fair Trade Commission ha quindi ordinato all’azienda di interrompere tali pratiche anticoncorrenziali e adottare misure per evitarle in futuro.
L’autorità ha inviato una prima versione dell’ordine e prenderà la decisione finale dopo aver ricevuto la risposta da Google. Un portavoce ha dichiarato:
Abbiamo continuato a lavorare a stretto contatto con il governo giapponese per dimostrare come stiamo supportando l’ecosistema Android e ampliando la scelta degli utenti in Giappone. Presenteremo le nostre argomentazioni nel processo di udienza.
Google ha aggiunto che l’autorità antitrust non ha preso in considerazione le soluzioni proposte. Negli Stati Uniti è in corso il processo che potrebbe portare alla vendita di Chrome, se non verranno accettati i rimedi alternativi.