Google ha annunciato importanti innovazioni per il suo motore di ricerca, due novità assolute per i servizi mobile e due già in questo implementate che esordiscono ora anche su PC: la ricerca vocale e quella visuale.
La novità più d’effetto è la ricerca parlata : già adottata su Android, viene ora impiegata in Google Chrome, che già ad aprile aveva implementato il supporto delle API per gli input vocali e ora lo estende all’homepage di Google.
Per il momento disponibile solo in inglese, nel search box di Google apparirà la figura di un piccolo microfono: cliccandolo l’utente potrà esprimere a voce le chiavi di ricerca .
Mountain View, inoltre, ha deciso di estendere dal mobile al desktop anche Google Goggles , la ricerca per immagini offerta già sui dispositivo Android e che adotta come input della query una fotografia scattata attraverso la fotocamera del dispositivo.
Sul PC funziona dando la possibilità agli utenti di trascinare nel box di ricerca un’immagine , oppure di copia-incollarne l’URL o di cliccare sull’icona di una fotocamera per caricarla direttamente da lì. Di essa Google cerca di riportare tra i risultati della ricerca una descrizione il più possibile accurata e immagini simili.
Sia per Chrome che per Firefox, inoltre, Google ha inoltre introdotto , sia per Chrome che per Firefox, due estensioni che permettono all’utente di selezionare con il tasto destro un’immagine trovata sul Web per utilizzarla come base di ricerca.
A completamento delle novità introdotte, Google ha lanciato per le ultime versioni di Chrome un servizio di “prerendering” chiamato Instant Page : al momento di una ricerca provvederà a caricare, prima ancora che l’utente la clicchi, in background la prima pagina suggerita da una query , quella che più probabilmente verrà aperta.
In questo modo, quando sarà effettivamente scelta, l’utente l’avrà a disposizione istantaneamente, risparmiando quindi tra i 2 e i 5 secondi.
Questa possibilità, peraltro, è lasciata da Mountain View a disposizione di tutti gli sviluppatori che possono, integrando al proprio codice quello relativo a questa funzione, adottarla per facilitare sui propri siti la navigazione della “pagina più probabilmente cliccata” da una determinata posizione.
Per quanto riguarda i servizi mobile, poi, Google ha annunciato l’ introduzione di pulsanti per affinare la ricerca: si tratta innanzitutto di scorciatoie per limitarla ad una particolare categoria come “risultati locali” o esercizi commerciali tipo “ristoranti” o “bar”, e poi del bottone più che nell’ambito dei suggerimenti di ricerca permette di approfondire un determinato argomento: gli accostamenti suggeriti, insomma, possono essere modulati parola per parola risparmiando all’utente la digitazione di qualche tasto e conseguentemente qualche secondo.
Alcuni osservatori hanno visto nei nuovi servizi di Google l’intenzione di abituare gli utenti ad un certo modo di pensare (alla possibilità di vedere a cosa corrisponde un’indagine, ad aspettare meno, a ricercare vocalmente ecc.), il che corrisponderebbe all’intenzione di riuscire a meglio veicolare pubblicità estendendo altresì l’utilizzo delle sue ricerche in qualsiasi momento e ovunque si trovi un utente.
La considerazione di partenza per Google, d’altronde, è molto semplice: le statistiche mostrano che nei weekend e durante l’estate cala la ricerca da fisso ma schizza in alto quella mobile. Situazione logica, se si considera che rappresentano i giorni in cui gli utenti sono fuori casa, ma non scontata se si pensa invece all’effettiva necessità e utilità di effettuare una ricerca in quei momenti. Mountain View, insomma, sta dimostrando di volersi rendere indispensabile. E di voler continuare a plasmare il mondo e gli utenti intorno alle informazioni che rende accessibili.
Claudio Tamburrino