Durante la testimonianza di Sundar Pichai (CEO di Alphabet e Google) al processo antitrust in corso sono stati svelati interessanti retroscena in merito all’accordo con Apple. Verso la fine del 2018, l’azienda di Mountain View aveva proposto di preinstallare l’app Google su ogni dispositivo iOS, come avviene su Android, ma l’idea è stata scartata.
L’accordo poteva essere può “profondo”
Durante un incontro avvenuto nel 2018, Tim Cook aveva chiesto a Sundar Pichai di trovare una soluzione per rendere la partnership più “profonda”. Il CEO di Google aveva proposto di preinstallare l’app Search su ogni dispositivo iOS. Dato che l’app era molto popolare su Android (il numero di ricerche era aumentato), lo stesso risultato poteva essere ottenuto su iOS e quindi Apple avrebbe incrementato i guadagni derivanti dall’accordo.
L’azienda di Cupertino non ha però accettato la proposta. Su iOS non viene preinstallata nessuna app di terze parti, come avviene su Android. Diversi anni fa, su iOS erano presenti Google Maps e YouTube. Le app erano in realtà sviluppate da Apple, che ha deciso di rimuoverle con iOS 6.
Come dichiarato da Pichai durante la testimonianza, Apple aveva espresso dubbi sull’accordo da 18 miliardi di dollari all’anno, in quanto le entrate di Google erano aumentate più velocemente. La preinstallazione di Google Search era una possibile soluzione. L’azienda di Mountain View aveva invece visto un pericolo nella nuova funzionalità Siri Suggestions di Safari che evita la visualizzazione della pagina dei risultati delle ricerche in Google.
L’accordo tra le due aziende prevede inoltre che Google non pubblicizzi Chrome a svantaggio di Safari. Il processo antitrust dovrebbe terminare a fine novembre. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Google ha abusato della sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. Un notevole vantaggio sui concorrenti sarebbe dovuto proprio all’accordo con Apple (Google è il motore di ricerca predefinito di Safari).