Google ha confermato l’acquisizione di Softcard, l’azienda creata nel 2010 da AT&T, T-Mobile e Verizon, che offre una piattaforma per dispositivi mobile supportata da American Express, Chase e Well Fargo attraverso cui è possibile pagare con un semplice tap sul proprio device.
Confermate dunque le indiscrezioni che nelle scorse settimane vedevano Google impegnata a rilanciare il suo Wallet : i numeri dell’operazione rimangono riservati, ma quel che appare interessante è la rete di rapporti che Mountain View sta intessendo per rilanciare la sua offerta per i pagamenti via smartphone.
Il servizio offerto da Softcard (una volta conosciuto con il nome di ISIS) è stato già adottato in oltre 200mila locali negli Stati Uniti , grazie soprattutto ai tre carrier che ne hanno voluto la nascita e che avevano invece limitato la diffusione di Google Wallet, dubitando della sua sicurezza e non appoggiandone l’utilizzo sui proprio circuiti: ora AT&T, T-Mobile e Verizon accettano di stringere i rapporti con Google e di installare di default sui propri device il suo servizio per i pagamenti mobile, forse anche perché secondo alcuni rapporti l’app costava loro circa 15 milioni di dollari al mese.
Proprio come Google Wallet, d’altronde, Softcard si basa sulle connessioni NFC, per non dovrebbero sussistere troppi problemi nell’integrazione: insieme avranno più possibilità di confrontarsi nel settore di sempre maggior interesse costituito dalle app per i pagamenti via smartphone alternativi alle carte di credito tradizionali.
Con l’emergere di nuovi protagonisti come Apple Pay e Samsung , gli operatori tradizionali del settore non intendono rinunciare a partecipare al mercato. Da ultimo, per esempio, è stato il turno di Visa Europe che ha annunciato l’introduzione di un nuovo sistema di pagamento via smartphone che garantisce di mantenere segreti i propri dati di carta di credito: farà il suo esordio a metà aprile e utilizzerà un sistema di token per gestire operazioni senza coinvolgere direttamente il numero di conto degli utenti e potrebbe agevolare la diffusione di servizi di pagamenti mobile che vi facciano affidamento.
Claudio Tamburrino