Lo smart working è una dimensione che plasma le tradizionali corrispondenze spazio-temporali tra colleghi di lavoro poiché cambia i flussi operativi, disloca in posti differenti e dematerializza l’ufficio come punto di unione tra le persone. Per rispondere a questa nuova realtà, Google Workspace ha introdotto una serie di novità pensate tanto per ottimizzare la gestione del tempo da parte dei singoli, quanto per migliorare le possibilità di relazione tra i colleghi che hanno necessità di interagire.
Google Workspace vuol sostituire l’ufficio
Il punto fermo di queste innovazioni (annunciato da poche ore anche un crescente ruolo dell’Assistente Google) sta nel fatto che la distanza impedisce di vedere i colleghi, dunque per poterne rispettare tempi e impegni deve esserci un qualche indicatore che ne certifica la disponibilità. Google Workspace vuol mettere a disposizione questa bacheca, sulla quale ognuno può autocertificare i task in corso e dichiarare così sia le finestre disponibili per riunioni o interazioni, sia i momenti di necessaria concentrazione per impegni più gravosi.
Qualora si sia impegnati indicando sul calendario uno status che equivale ad un “Do not disturb”, il sistema abbassa le notifiche in arrivo e rispetta le indicazioni ricevute: insomma, Google Workspace tenta di sostituirsi all’ufficio in tutto e per tutto, gestendo le interazioni e mediando le relazioni affinché si possa davvero raggiungere la miglior sintonia possibile in termini produttivi a prescindere da dove ci si trova sia in termini assoluti (casa o ufficio), sia in termini relativi (fuso orario, compresenza).
Altra novità interessante è nel “second screen” aggiunto a Google Meet. Questa funzione è particolarmente utile per consentire la condivisione dello schermo senza sacrificare parte del display.
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Si può dunque ad esempio avere sul laptop lo schermo condiviso, mentre sullo smartphone è possibile avere i propri interlocutori. Gestire i due schermi è facilitato dal semplice login contemporaneo da due device, a maggior ragione grazie alle nuove modalità che consentono di gestire al meglio le minori superfici dei dispositivi mobile.