Oltre 1.650 dipendenti di bigG riuniti nel gruppo Googlers Against Racism hanno firmato una lettera inviata a Sundar Pichai chiedendo che la società interrompa i contratti di fornitura delle proprie tecnologie alle forze di polizia negli Stati Uniti. La richiesta è legata a doppio filo ai fatti di Minneapolis che hanno visto nelle scorse settimane un agente uccidere George Floyd.
La lettera di Googlers Against Racism a Sundar Pichai
Il riferimento è in particolare alla collaborazione che mette gli strumenti di Google Cloud a disposizione del Clarkstown Police Department di New York, ritenuto responsabile di un attività di sorveglianza condotta nel 2015 nei confronti dei manifestanti appartenenti al movimento Black Lives Matter. Oltre a questo viene chiesto lo stop di un accordo che rende le piattaforme accessibili da un’autorità dell’Arizona che monitora il confine con il Messico.
Le scorse settimane ci hanno mostrato che affrontare il razzismo non è una sola questione di parole, ma di azioni intraprese per smantellare le strutture esistenti che perpetuano il problema. Mentre noi come individui intratteniamo conversazioni difficili ma necessarie con le nostre famiglie, i nostri amici e colleghi, siamo incredibilmente delusi dalla risposta della nostra azienda.
La replica di Google non si è fatta attendere. Senza troppi giri di parole la società afferma di non aver alcuna intenzione di interrompere le collaborazioni attive con governi e autorità locali, sottolineando al tempo stesso le iniziative intraprese su questo fronte negli anni, talvolta anche mettendo in conto una perdita economica.
Con il nostro lavoro ci impegniamo a fare la differenza nel combattere il razzismo sistemico e nelle ultime settimane i nostri dipendenti hanno proposto oltre 500 suggerimenti, che stiamo valutando. A questo proposito, siamo stati la prima grande azienda a decidere – anni fa – di non rendere disponibili strumenti di riconoscimento facciale per usi non specifici e abbiamo definito dei chiari Principi per l’Intelligenza Artificiale che ne proibiscono l’utilizzo o la vendita per scopi di sorveglianza. Abbiamo definito da tempo i termini di utilizzo per piattaforme di calcolo generalmente disponibili come Gmail, G Suite e Google Cloud Platform, e questi prodotti rimarranno disponibili per i governi e per le autorità locali, inclusi i dipartimenti di polizia.
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Ricordiamo che bigG nel recente passato ha rinunciato al rinnovo del Project Maven che la legava al Pentagono per l’impiego dell’IA nell’analisi delle immagini catturate dai droni in territorio bellico, si è defilata dalla corsa all’assegnazione del bando da dieci miliardi di Project JEDI per allestire l’infrastruttura cloud del Dipartimento della Difesa e ha stabilito una policy in merito all’impiego delle tecnologie per il riconoscimento facciale al fine di evitare abusi o ripercussioni sulla privacy.