Alcuni business stanno risentendo più di altri del momento critico. Quello di GoPro pare aver accusato particolarmente il colpo: il gruppo ha annunciato il licenziamento di 200 dipendenti o, per dirla in altri termini, circa un quinto della propria forza lavoro.
A casa il 20% dei dipendenti GoPro
Stando a quanto rendono noto oggi i vertici della società in una nota rivolta agli investitori è stata decisiva la morsa della crisi sanitaria che ha abbattuto gli introiti del Q1 2020 tanto da dimezzarli rispetto a quelli registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Lecito supporre che a frenare le vendite sia stata l’impossibilità di svolgere attività fisica o all’aperto in conseguenza alle restrizioni imposte un po’ in tutto il mondo.
Il business subirà una metamorfosi nella direzione di un modello direct-to-consumer per quanto riguarda la commercializzazione dei dispositivi, anche se in alcuni mercati in cui i clienti preferiscono ricorrere ad altri canali per l’acquisto continuerà la collaborazione con rivenditori terzi. Sarà così possibile risparmiare circa 100 milioni di dollari.
Gli introiti del Q1 2019 si attestano a 119 milioni di dollari, molto al di sotto dei 528 milioni di dollari registrati nel Q4 2020 grazie anche al successo ottenuto al modello Hero 8 Black. Il CEO Nicholas Woodman non percepirà alcun compenso almeno fino a dicembre. La roadmap dei nuovi prodotti previsti entro l’anno non subirà cambiamenti.
Non si tratta del primo round di licenziamenti per GoPro. A inizio 2016 era stato messo alla porta un altro 7% del personale. Il business ha di certo risentito di una continua evoluzione del comparto imaging integrato negli smartphone che ha reso in alcuni frangenti meno appetibile la prospettiva di acquistare una action cam. Altre strade percorse negli ultimi anni con l’obiettivo di diversificare il target sono passate dall’incursione nel settore dei droni con Karma (dall’esito tutt’altro che felice) e dalla fornitura di servizi premium basati sul cloud per ospitare i contenuti multimediali.