GoPro, con le sue action cam, ha chiuso l’anno fiscale in difficoltà e per resistere alla crisi ha in programma licenziamenti .
Si tratta per il momento solo di anticipazioni, e si parla di un fatturato di 435 milioni di dollari per il trimestre contro i 521 attesi dagli analisti , per un totale di 1,6 miliardi per il 2015: una delusione legata soprattutto alle scarse vendite registrate nel periodo coincidente con le feste natalizie. Tuttavia secondo alcuni osservatori il peccato originale sarebbe da rintracciare dall’esordio in borsa, per il quale GoPro avrebbe sopravvalutato il suo valore.
I risultati hanno deluso molto gli investitori, tanto che all’annuncio dei risultati finanziari Wall Street ha punito l’azienda prima costringendola a sospendere le contrattazioni del titolo per eccesso di ribasso e poi a chiudere con un meno 20 per cento .
Per correre ai ripari GoPro sta pensando di riorganizzare la sua struttura a partire dai lavoratori: ha prospettato il taglio del 7 per cento della forza lavoro .
I cambiamenti, intanto, si stanno già riflettendo a livello societario: Zander Lurie ha lasciato l’azienda, dove dirigeva il settore dell’entertainment, per diventare CEO della startup che si occupa di sondaggi SurveyMonkey al posto dell’ex manager di Hewlett-Packard Bill Veghte, che ha lasciato l’azienda per “divergenze strategiche” con gli investitori. Lurie, che in passato aveva lavorato anche come CFO di CNET e manager di CBS, a GoPro stava lavorando allo sviluppo di contenuti e per trasformare gli user-generated content in possibili fonti di fatturato: il suo addio tuttavia non sembra legato alle performance finanziarie negative, tanto che in ogni caso resterà in GoPro come membro del consiglio d’amministrazione.
Claudio Tamburrino