Deniss Calovskis, trentenne della Repubblica della Lettonia coinvolto nel caso del trojan Gozi , si è dichiarato colpevole delle accuse mosse nei suoi confronti dalle autorità giudiziarie statunitensi, impegnandosi altresì a non fare appello alla futura sentenza se questa prevede al massimo 2 anni di prigione.
Calovskis era stato arrestato negli anni passati assieme agli altri membri della “gang” di Gozi, sospettati di essere responsabili di un’azione di cyber-crimine che ha portato alla sottrazione di decine di milioni di dollari dagli account bancari dei proprietari dei PC infetti dal malware.
L’operazione internazionale congiunta tra FBI, polizia di stato lettone, intelligence rumena e altre organizzazioni di law enforcement ha permesso di mettere le mani su Calovskis, apparentemente il più abile degli hacker black hat coinvolti nel caso Gozi e responsabile del codice di infezione a mezzo Web, il creatore del trojan Nikita Kuzmin (lettone) e il fornitore del servizio di hosting per l’operazione Mihai Ionut Paunescu (rumeno).
Calovskis era ben consapevole del fatto che quel che faceva era illegale, ha ammesso il cracker di fronte alle autorità, mentre il “collega” Kuzmin si è già dichiarato colpevole di truffa e hacking (nel 2011) e Pauneschu è in attesa dell’estrazione verso gli USA.
La gang cyber-criminale di Gozi è sostanzialmente smantellata, a questo punto, ma il codice del malware è ancora in circolazione sotto forma di altre minacce telematiche: risale alla settimana scorsa la notizia della comparsa di Shifu , un vero e proprio “Frankenstein” di codice malevolo costruito a partire dai pezzi del succitato Gozi, Zeus, Shiz e altri ancora.
Alfonso Maruccia