New York – La campagna legale pro-GPL avviata lo scorso anno da Software Freedom Law Center ( SFLC ), e tesa a difendere il copyright del diffuso software libero BusyBox , non conosce soste. Le ultime aziende trascinate in tribunale dall’ormai nota organizzazione statunitense sono Bell Microproducts , grossa multinazionale nel campo della distribuzione di prodotti informatici, e SuperMicro Computer , produttore californiano di server, schede madri e chassis.
Entrambe le aziende sono accusate dagli autori di BusyBox di utilizzare il proprio software senza ridistribuirne il codice : una pratica che, come noto, vìola uno dei principi fondamentali della licenza GPL. Come negli altri casi, SFLC afferma di aver adito le vie legali solo dopo aver tentato di contattare, senza successo, le aziende interessate.
A violare la licenza GPL, secondo quanto riportato da Linux-Watch , sono l’appliance di storage Hammer MyShare NAS, commercializzata da Bell Micro, e la scheda per il controllo remoto IPMI Card, prodotta da SuperMicro. Entrambi i prodotti includerebbero una copia del software BusyBox, utilizzato in un grandissimo numero di appliance e dispositivi embedded Linux-based. BusyBox ingloba in un singolo file eseguibile tutte le più comuni utility GNU di Linux.
Tutte le cause avviate in passato da SFLC per violazione della GPL, tra le quali quelle contro Verizon Communications e Monsoon Multimedia , si sono sempre risolte con accordi extragiudiziali .
“Buona parte delle violazioni di cui veniamo a sapere provengono dal settore embedded”, ha spiegato Aaron Williamson, uno degli avvocati di SFLC. “In molti casi, la società in violazione è un venditore che si trova a monte della catena produttiva. I produttori di hardware, infatti, spesso acquistano una distribuzione embedded di Linux da un venditore di software upstream, e non sono a conoscenza o semplicemente non si curano di doversi conformare alla licenza GPL”. Williamson ha poi aggiunto che, nel momento in cui una società distribuisce sul mercato un software GPL in forma binaria, “non ci sono scuse valide” perché tale software non venga immediatamente accompagnato dal codice sorgente.