Web – Ieri, su Slashdot, è apparsa una notizia secondo cui l’autore del popolare software di editing video VirtualDub , considerato uno dei migliori prodotti free nella sua categoria, avrebbe deciso di denunciare la società SloMedia per aver incluso, nel suo software commerciale Vidomi, alcune parti del codice GPL di VirtualDub.
Se si trattasse davvero di denuncia formale, come veniva suggerito da Slashdot, per la licenza GPL si prospetta un interessantissimo test: dimostrare la sua forza, e questo per la prima volta nella sua storia, all’interno di un’aula di tribunale.
Nella stessa giornata di ieri, con una lettera pubblicata sul proprio sito, l’autore di VirtualDub, Avery Lee, ha però negato la sua intenzione di denunciare SloMedia, sostenendo di essersi per ora soltanto limitato a chiedere all’azienda in questione di rimuovere dal suo prodotto la porzione di codice GPL presa in prestito dall’altrettanto noto software GPL FlaskMPEG, a sua volta basato su VirtualDub.
Sebbene fino ad oggi SloMedia pare abbia respinto ogni richiesta proveniente da Lee, questi si è detto fiducioso nella possibilità di trovare un accordo senza la necessità di scomodare gli avvocati.
Qualcuno sostiene che se fino ad oggi la GPL non ha mai avuto l’opportunità di difendersi in un’aula di tribunale è proprio per il timore, da parte degli sviluppatori open source, di intraprendere le vie legali. Ma questo, a parere di molti membri della comunità open source, non è tanto una dimostrazione di sfiducia nella validità della licenza GPL, quanto semmai la conseguenza del fatto che la stragrande maggioranza degli sviluppatori di software free non ha denaro sufficiente per affrontare i costi che una causa di questo tipo richiede.