Nell’immagine di apertura il volto di Sophia, automa messo a punto da Hanson Robotics e già capace di mostrare le sue doti (anche in ambito artistico): presto avrà una sorella, Grace, che come già da lei sperimentato si dedicherà all’assistenza della persona. Il progetto è stato messo in campo dal team di Hong Kong con l’obiettivo di rispondere a un’esigenza manifestata a livello globale durante il periodo più duro della pandemia.
Il robot Grace per chi è in isolamento
Il robot è pensato in modo da poter tornare utile soprattutto laddove c’è bisogno di affiancare gli anziani o coloro sottoposti a regime di isolamento. È in grado di parlare in modo fluente tre lingue (inglese, cantonese e cinese mandarino) nonché di eseguire la misurazione della temperatura e di valutare i riflessi o rilevare parametri biometrici.
Dal punto di vista estetico, i suoi tratti somatici sono quelli tipiche dell’area orientale, con capelli castani che arrivano al collo. Il vestiario richiama alla mente quello del personale sanitario: una scelta non casuale, poiché l’ambito d’azione di Grace è proprio quello in cui si rende necessario un intervento non alla portata di un operatore in carne e ossa per ragioni legate al contesto pandemico.
In collaborazione con Hanson Robotics e Singularity Studio, la canadese Awakening Health ha intenzione di avviare la produzione di massa dell’automa già nel mese di agosto. Sarà messo a disposizione delle realtà richiedenti il prossimo anno nei territori di Cina, Giappone e Corea del Sud. Il costo? Al momento non è stato reso noto, ma di certo andrà diminuendo in modo inversamente proporzionale al numero delle unità realizzate e distribuite.