Atene – Grecia, culla della democrazia, patria di filosofi e liberi pensatori, sede dell’ Internet Governance Forum . Ad Atene in questi giorni si parla di libertà di espressione sul Web, da lì arriveranno appelli volti a mitigare le regolamentazioni restrittive che portano alla chiusura di blog in molti paesi. Nel frattempo, il gestore di Blogme , un aggregatore di notizie greco, è in guai seri. Il dibattito in rete ferve ed è altamente infiammabile.
Giovedì scorso la squadra anticrimine elettronico irrompe in casa di Antonis Tsipropoulos, senza preavviso, sequestra il suo hard disk, e lo conduce alla stazione di polizia di Atene. Una notte in prigione, accuse che pendono sul suo capo e una carriera rovinata. Tsipropoulos è il gestore di Blogme.gr, un sito che aggrega, mediante feed RSS, notizie provenienti da tutto il mondo.
La sua colpa? Aver linkato (in modo automatico, tra l’altro) un blog satirico in cui viene irriso un personaggio pubblico greco. Le prime notizie giungono dalla pagina oscurata di Blogme (una traduzione approssimativa dell’intervento è reperibile sul blog krizhere.com ). Non si rivelano né il querelante né la fonte a cui Blogme ha attinto. Tsipropoulos ha poi rimosso il testo su consiglio dell’avvocato: non c’è nulla di cui giustificarsi. Ora su Blogme compare un banner anticensura e poco più.
Ma le notizie fluiscono veloci. Il link dello scandalo pubblicato dall’aggregatore punta a FunEL , uno spazio offerto da Blogger su server USA, non raggiungibile dal prepotente arpione delle querele greche. FunEL Blog contiene aspre critiche ad un fantasioso tele-santone greco, tale Liakopoulos , paladino del trash, nazionalista convinto, nonché antisemita. Un personaggio pubblico ben noto, influente al punto da riuscire a forzare le procedure e spingere per tappare la bocca, anzi il blog, ad un innocente, dissuadendo coloro che volessero imitarlo.
L’operazione censoria appare discutibile a tutti coloro che la stanno commentando in queste ore. Oltre alle procedure spicce , fin troppo zelanti, e di dubbia legalità , concettualmente è come se si volesse censurare Technorati o Google: raggruppando link provenienti da altri blog, non esprimendo opinioni in merito e non essendo affiliato a nessuno di essi, l’amministratore di Blogme non dovrebbe essere ritenuto responsabile dei contenuti dell’aggregatore, a differenza di quanto accadrebbe, ad esempio, per una testata giornalistica. In Grecia non è questo il primo episodio di censura: all’inizio del 2006, ad esempio, era stato oscurato Dirty Works Greece di Dimitrios Fotiou. Il net artist , con un progetto satirico sul web, una virtual company che offriva, in modo provocatorio, privilegi e raccomandazioni, tentava di sensibilizzare la cittadinanza riguardo alla dilagante corruzione nelle alte sfere della politica. La sua arte non è stata capita, o forse è stata compresa fin troppo bene.
Purtroppo le ribalte della cronaca hanno mostrato che non tutto funziona come dovrebbe: sono 61 le persone in prigione per aver pubblicato “materiale sovversivo” in blog o siti. Stando al report annuale sulla libertà di espressione di Reporters Sans Frontières , la Grecia si classifica comunque davanti all’Italia (ed entrambe non sono posizioni onorevoli): 32esima classificata la Grecia, Italia 40esima.
Blogger e attivisti in Rete tengono a rivendicare il loro diritto di critica e di espressione e si schierano a difesa di Tsipropoulos: “in questo paese non siamo liberi”, “ci vergogniamo di essere Greci”, sono i commenti che affollano le pagine dei blog. Si moltiplicano anche le campagne di protesta : se in molti avevano intenzione di radunarsi all’apertura dell’Internet Governance Forum, alla presenza del primo ministro greco, altri si sono proposti di informare i luminari del Forum tramite un’ email-petizione precompiliata .
All’Internet Governance Forum oggi si parlerà di libertà di espressione , di openness , di quanto sia costruttivo il libero fluire di informazione, idee e conoscenza. Stridente e poco opportuno l’arresto di Tsipropoulos in questo contesto. Questo spettacolare autogol delle autorità greche , come viene definita la tempistica degli eventi in numerosi blog , forse servirà a rendere consapevoli i cittadini della Rete e non, riguardo al vero stato della libertà di espressione sul Web.
E l’opera di sensibilizzazione globale prosegue, con iniziative su ampia scala. Amnesty International, che parteciperà all’Internet Governance Forum, ha come noto lanciato Irrepressible , una campagna volta a debellare la censura in Rete. Chi aderirà all’ iniziativa vedrà scorrere, sul proprio blog o sulla propria pagina personale, stralci di pensieri censurati forniti da Amnesty International, garantendo la visibilità che il censore intendeva loro precludere.
Reporter Senza Frontiere , presente anch’essa con una delegazione all’Internet Governance Forum, invita tutti a collegarsi al suo sito il 7 novembre, giorno in cui verrà rilasciato lo studio che individua i tredici paesi i cui governi, spesso con la complicità delle imprese, censurano contenuti online che li criticano. Per ora non è dato sapere se la Grecia comparirà nell’elenco.
Gaia Bottà