Si tratta di una vicenda che ha avuto inizio nel dicembre dello scorso anno. Protagonista, la società greca per la protezione delle opere audiovisive (EPOE), che ha dato avvio ad un’agguerrita indagine sulla scena del file sharing in terra ellenica. Un’operazione investigativa – in collaborazione con le forze di polizia – che ha portato ad una serie di arresti nei confronti di alcuni administrator .
A subire per primo le ire di EPOE, il sito Greek-Fun.com , che gestisce attualmente una vasta community di circa 300mila membri per un numero di link che si aggira intorno ai 15mila. Di questi, più di un terzo andrebbe a violare i diritti legati a contenuti sotto la giurisdizione di EPOE. Greek-Fun.com avrebbe – stando alle accuse mosse dalla società – ottenuto ingenti guadagni in maniera del tutto criminosa . Svuotando di conseguenza le casse di EPOE, a suo dire in perdita per quasi 2 milioni di euro .
Non è bastato che gli administrator di Greek-Fun.com avessero negato qualsivoglia profitto illecito, sostenendo un modello di business basato esclusivamente sulle donazioni da parte degli utenti registrati. Alla fine, c’è stato un arresto, nei confronti di uno dei principali responsabili del sito.
Ma la lotta al file sharing selvaggio non si è fermata affatto qui. EPOE è andata avanti , puntando direttamente al tracker privato più vasto di tutta la Grecia. Trattasi per la precisione di Gamato.info , gestore di una comunità decisamente più larga di quella di Greek-Fun.com , con quasi 900mila membri registrati .
I server di Gamato.info sono improvvisamente collassati, difficoltà tecniche, così è stato spiegato agli utenti, che hanno reso irraggiungibile il sito. In realtà, la polizia greca (ELAS) ha effettuato un vero e proprio giro di vite sui responsabili di Gamato.info , arrestando un totale di sei amministratori tra le città di Atene e Salonicco.
E un mandato di cattura è stato emanato per altri due responsabili, attualmente fuori dal territorio ellenico, probabilmente nei Paesi Bassi. Si tratta – secondo la polizia greca – di due cervelli del sito, rei di aver messo in piedi un tracker che sarebbe da solo responsabile dell’ 80 per cento del file sharing illecito in Grecia .
Nel frattempo – sempre a proposito di file sharing – è stata fissata la data in cui verrà ascoltato in appello il ricorso dei quattro responsabili di The Pirate Bay, già condannati in primo grado con un anno di prigione e circa un milione di dollari di multa a testa. La corte d’appello svedese ascolterà il ricorso di Peter Sunde e compagni il 28 settembre prossimo .
Ma non si tratta di una data come un’altra, almeno secondo i quattro. Le elezioni amministrative in Svezia si terranno il 10 settembre. La data del 28, secondo Sunde, sarebbe quindi stata decisa apposta per evitare che il Partito Pirata possa approfittare di un’eventuale conferma della condanna per raccogliere un numero maggiore di voti, soprattutto tra gli under 30. Che già avevano sospinto il Piratpartiet al 7,1 per cento dopo la condanna in primo grado nella sfida Baia dei Pirati vs. Industria dei contenuti .
Mauro Vecchio