La Commissione europea ha annunciato una serie di proposte che permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal, ovvero la riduzione delle emissioni nocive del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e l’impatto climatico zero entro il 2050. Tutte le proposte in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità sono collegate tra loro e complementari.
Green Deal per un futuro verde
Le misure elencate dalla Commissione faciliteranno la transizione verde, ma sarà necessario ripartire i costi tra diversi settori e stati membri per evitare che le politiche climatiche esercitino un’ulteriore pressione su famiglie e piccole imprese. Una delle proposte è aggiornare il sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) che fissa il prezzo del carbonio. Le entrate derivanti dovrebbero essere totalmente investite in progetti connessi al clima e all’energia, mentre una parte delle entrate provenienti dal nuovo sistema di scambio per il trasporto stradale e gli edifici dovrebbe essere utilizzata per compensare l’impatto sociale per le famiglie e le piccole imprese.
Dato che il 75% delle emissioni deriva da produzione e uso dell’energia, la Commissione propone di incrementare l’uso delle fonti rinnovabili fino al 40% entro il 2030. Verrà fissato un obiettivo annuale vincolante in termini di riduzione del consumo di energia. Il settore pubblico dovrà ristrutture il 3% degli edifici ogni anno.
Sono previste norme più rigorose in materia di emissione di CO2 per le autovetture. Le emissioni dovranno diminuire del 55% a partire dal 2030 e del 100% a partire dal 2035. Ciò significa che dal 2035 tutti i nuovi veicoli saranno elettrici o ad idrogeno. Gli stati membri dovranno installare sulle autostrade principali punti di ricarica elettrica ogni 60 Km e punti di rifornimento per l’idrogeno ogni 150 Km.
La Commissione propone infine una revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia con l’obiettivo di promuovere le tecnologie pulite, eliminando esenzioni e aliquote ridotte che oggi incoraggiano l’uso dei combustibili fossili. Ciò consentirà di ridurre gli effetti nocivi della concorrenza fiscale e di garantire agli stati entrate derivanti da imposte “verdi”.