Elettricità Futura, entità consociata a Confindustria e Confindustria Energia e che unisce i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili e da fonti convenzionali, ha portato alla Commissione X della Camera dei Deputati le proprie osservazioni sulla Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nelle quali si ipotizza un possibile collo di bottiglia per quelle che sono le potenzialità del settore. Di fronte ad ambiziosi piani politici ed economici, infatti, il problema rischia di essere nella burocrazia, nel frammentato contesto normativo entro cui occorre agire per portare a termine i lavori ed in una incoerenza di fondo tra gli impegni assunti ed i fondi stanziati.
Più investimenti per la transizione energetica
Il PNRR, in particolare, prevede per l’Italia 210 miliardi di investimenti, dei quali “196,5 miliardi dal Recovery and Resiliency Facility (RRF), 13,5 dal REACT-EU e 1 dagli altri strumenti finanziari“. 70 miliardi, invece, sono destinati alla transizione energetica. Alla luce del prossimo insediamento di Draghi a Palazzo Chigi, ove tra le priorità ci sarà la rivalutazione dei piani esecutivi legati ai fondi Next Generation EU, Elettricità Futura chiede che venga posta maggiore attenzione proprio alla transizione energetica, alla luce di una necessaria coerenza con l’attuale obiettivo del Green Deal al 2030. Insomma: se non si investe ora facendo leva sui capitali disponibili, non è pensabile il raggiungimento di quegli obiettivi che il Paese ha già controfirmato.
“Sarà inoltre necessario destinare almeno il 37% (e non il 33% come nell’attuale ipotesi di PNRR) del Next Generation EU per realizzare il Green Deal in Italia“, continua l’analisi EF: “Mancano inoltre obiettivi coerenti e concreti per raggiungere il Green Deal per lo sviluppo di una nuova capacità da fonti rinnovabili. La bozza del PNRR prevede non più di ulteriori 5 GW entro il 2026 mentre Elettricità Futura ha stimato un fabbisogno di almeno 8 volte superiore entro il 2026 (cioè 40 GW) e di altri 25 GW nel periodo 2027-2030 per raggiungere al 2030 i 120 GW complessivi (target Green Deal)“. Secondo i dati attuali, infatti, il trend inerziale proietta al 2085 il raggiungimento degli obiettivi preposti: se non si cambia rapidamente ritmo, gli obiettivi resteranno sulla carta e non sarà semplice recuperare il tempo perduto quando ormai i capitali saranno nuovamente complessi da intercettare.
Queste (pdf) le proposte che il Presidente, Agostino Re Rebaudengo, ha presentato in Commissione.