Con l’arrivo del 20 gennaio scatta un nuovo gradino della scala di restrizioni con cui il Governo ha varato la nuova strategia di contenimento dei contagi in questa fase di transizione verso le speranze della Primavera. Il 20 gennaio è una data fatidica perché impone una serie di restrizioni specifiche a tutti coloro i quali ancora non sono nella lista dei guariti, né nella lista dei vaccinati: per costoro scattano alcuni nuovi divieti che vanno a sommarsi a quelli antecedenti e definiscono la nuova quotidianità a partire dalle prossime ore.
La discriminante è il Green Pass: averlo o non averlo farà la differenza. Fuori i QR Code, insomma: saranno il lasciapassare per l’accesso a nuove ed ulteriori attività.
Le regole dal 20 gennaio
La nuova restrizione, nello specifico, è relativa a parrucchieri e centri estetici. Questi luoghi, pur potenzialmente ad alto rischio in virtù del contatto diretto tra esercente e cliente, erano stati salvaguardati dalle norme dell’era Conte: l’Italia usciva dal lockdown e la cura della persona era considerata un elemento necessario per il quale si voleva dare possibilità di accesso. Oggi invece le decisioni gravitano su altri principi e la finalità è anzitutto quella di un restringimento del perimetro di spostamento di quanti non hanno voluto accedere al vaccino e non aderire così ad una tutela collettiva incentrata sul completamento del ciclo vaccinale.
Per accedere ai servizi di parrucchieri e centri estetici, quindi, da dal 20 gennaio 2022 occorre avere almeno il Green Pass base: ciò significa che sarà comunque sufficiente un tampone antigenico o un tampone molecolare eseguiti rispettivamente da meno di 48 o 72 ore. L’esercente, da parte sua, dovrà invece richiederne l’esibizione, così da poter portare avanti la necessaria verifica tramite app VerificaC19.
Dal 1 febbraio il limite del Green Pass base sarà esteso anche a tutti gli altri negozi, tranne quelli che saranno specificatamente indicati dal Consiglio dei Ministri che si terrà nelle prossime ore. Un ulteriore giro di vite, dopo quello del 20 gennaio, per definire la quotidianità che dovrà accompagnare la parte più fragile del Paese di qui in avanti. Fino a quando queste regole possano restare in vigore, infatti, è difficile a dirsi: a prescindere dalla fine dell’emergenza, resta in auge lo spauracchio del prossimo autunno a lasciar immaginare tutte le cautele del caso in vista del possibile ritorno della pandemia post-Omicron.