È trascorso meno di un anno dall’introduzione del Green Pass, nove mesi circa da quando è stato reso obbligatorio nell’estate scorsa (il 6 agosto). Considerando le accese polemiche che ne hanno accompagnato il debutto e i tanti cambiamenti apportati in corsa, sembra però passato molto di più. Uno strumento da molti ritenuto necessario per l’azione di contrasto alla pandemia, da altri fortemente criticato e osteggiato, che ora si appresta ad andare in pensione.
L’addio al Green Pass è imminente
L’addio al certificato verde è fissato per l’1 maggio. Fino al 30 aprile, dunque anche nel ponte ormai imminente del 25, rimarrà invece in vigore l’impiego di quello base per l’accesso ai luoghi di lavoro, a bar e ristoranti al chiuso e ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Non sono previste variazioni alla tabella di marcia per la dismissione fissata dal Governo a metà marzo. Faranno eccezione solo le visite in ospedale e RSA, per le quali sarà necessario il documento rafforzato fino al 31 dicembre.
Qualche numero a proposito del Green Pass (dal sito ufficiale): sono circa 278 milioni le certificazioni fin qui emesse dalla Piattaforma Nazionale, 465.000 solo nella giornata di ieri e in gran parte come conseguenza dell’esecuzione di tamponi con esito negativo. Lo strumento più utilizzato dagli italiani per scaricarlo è stata l’applicazione IO. Oltre 5 milioni i download registrati per VerificaC19 nella sua versione Android.
In uno dei suoi ultimi interventi sul tema, il presidente Mario Draghi ha confermato che la struttura non sarà smantellata, alimentando immediatamente la fiamma delle teorie cospirazioniste. Queste le sue parole.
Non smontiamo la struttura, ma gradualmente perde carattere di emergenza e acquista quello di ordinarietà. Significa che, se dovessero esserci sviluppi nella curva epidemiologica mostrando la necessità di un intervento questo si potrà fare con le strutture esistenti.
Vale a dire che quanto fatto con il Green Pass, dal punto di vista tecnologico e organizzativo, non sarà gettato al vento. Non avrebbe alcun senso, considerati i sacrifici e gli investimenti. Insomma, la piattaforma sarà messa in standby, ma non cestinata.