Com’era lecito prevedere, la scelta di rendere obbligatorio il Green Pass in tutta Italia (a partire dal 6 agosto) ha spaccato in due l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori, tra chi pro e chi contro. Una decisione necessaria per arginare la crescita dei contagi ed evitare una stretta più severa più avanti oppure misura eccessiva calata sul capo di categorie già messe in difficoltà da chiusure e lockdown? A tal proposito, c’è chi chiede di sollevare gestori di bar e ristoranti dall’obbligo di eseguire il controllo del documento (per l’accesso ai tavoli, in caso di servizio al bancone non servirà), introducendo un’autocertificazione del tutto simile a quella impiegata fino a pochi mesi fa per gli spostamenti.
FIPE-Confcommercio sul Green Pass: meglio l’autocertificazione
È il caso di FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. La richiesta è giunta nel fine settimana sotto forma di un comunicato condiviso sulle pagine del sito ufficiale. Lo riportiamo di seguito in forma integrale.
I gestori dei bar e dei ristoranti non sono pubblici ufficiali e come tali non possono assumersi responsabilità che spettano ad altri. È impensabile che, con l’attività frenetica che caratterizza questi locali, titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il loro Green Pass e ancor meno a fare i controlli incrociati con i rispettivi documenti di identità. Così facendo c’è il rischio di rendere inefficace la norma. Bisogna semplificare, prevedendo un’autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità. Chi dichiarerà il falso lo farà a suo rischio e pericolo. I controlli devono rimanere in capo alle forze dell’ordine e noi ci batteremo in fase di conversione in legge del decreto affinché questo avvenga.
Ricordiamo che il controllo della validità dovrà essere effettuato dai gestori attraverso l’applicazione VerificaC19 (consulta il nostro approfondimento) e che oltre al Certificato Verde il cliente deve esibire un documento d’identità.
La Federazione etichetta il Green Pass come un’occasione persa, focalizzando l’attenzione sull’opportunità di impiegarlo in “chiave positiva e non punitiva”.
Con questo decreto il governo ha perso un’occasione: poteva ribaltare il paradigma, così come suggerito sia da noi che dalle Regioni, utilizzando il Green Pass in chiave positiva e non punitiva. E invece ha deciso di proseguire sulla linea dei divieti.