Come noto, uno dei metodi a disposizione per conservare il Green Pass è quello che prevede l’utilizzo di un supporto fisico: va bene anche cartaceo, purché la qualità della stampa sia buona. Si tratta pur sempre di un codice QR che dev’essere sottoposto a scansione, se i dei riquadri che lo compongono sono poco definiti è possibile che si verifichino errori durante la lettura da parte dell’applicazione VerificaC19.
Green Pass stampato: occhio alla qualità
Il primo consiglio è quello, se possibile, di impiegare una stampante laser e non un modello a getto d’inchiostro. Si otterrà così una copia su carta della Certificazione Verde fedele a quella digitale, evitando il rischio di essere rimbalzati all’ingresso dei locali o del luogo di lavoro (dove sarà obbligatorio dal 15 ottobre). Se non disponibile, ci si può rivolgere a una copisteria o a una cartoleria con una spesa irrisoria.
Anche ricorrere all’utilizzo di un portadocumenti per proteggerlo è buona norma, si evita così che l’usura o l’accidentale contatto con un liquido possano rovinarlo, rendendo il Green Pass impossibile da scansionare. Per rispondere all’esigenza sono nati servizi che consentono di stamparlo su tessera in PVC o addirittura di includerlo in un portachiavi. Tutto questo, ovviamente, come alternativa al formato digitale.