Girare col Green Pass falso: che fico!

Girare col Green Pass falso: che fico!

Anche volti noti tra coloro indagati per essere stati trovati in possesso di certificazioni false: girare col Green Pass contraffatto non è da fichi.
Girare col Green Pass falso: che fico!
Anche volti noti tra coloro indagati per essere stati trovati in possesso di certificazioni false: girare col Green Pass contraffatto non è da fichi.

Molto è già stato scritto a proposito dei Green Pass falsi, in merito a come possano essere generati ed eventualmente revocati. Con tutta probabilità, ci porteremo dietro le fragilità di un sistema forse approntato troppo in fretta finché il documento rimarrà con noi, accompagnandoci nella nostra quotidianità, quasi certamente anche per buona parte del prossimo anno.

Il Green Pass non è una spilla punk sul giubbotto

Che vi siano punti deboli è cosa nota, che qualcuno abbia volutamente fatto leva sulle criticità per potersi indebitamente appropriare della certificazione senza sottoporsi al vaccino né ai tamponi, anche. Solo così, alcuni rappresentanti dei movimenti No Vax e No Green Pass, lo possono esibire all’occorrenza, esclamando nella propria testa Che fico!, per andare nel parco a pattinare con tutta la bandaentrare in discoteca, ballare, saltare, ballare da morire.

Va però detto che comprare un mucchio di adesivi non è stata la migliore delle idee, almeno stando a quanto riportano le cronache di oggi. Sono nove i Green Pass contraffatti sequestrati dai carabinieri del N.A.S., tutti invalidati, non importa se conservati sullo smartphone, su carta o sotto forma di spilla punk sul giubbotto.

Tra coloro indagati per l’illecito alcuni volti noti, un ex magistrato e un cantautore-comico di recente prestato al mondo della politica, che interpellato sulla vicenda dal Corriere ha preferito trincerarsi dietro il più classico dei no comment. Che fico!

https://www.youtube.com/watch?v=Qz2PgI0Bams

Stando a quanto finora reso noto, le certificazioni sono stare rilasciate con la complicità di un medico di base e di un odontoiatra, anch’essi già finiti sotto la lente degli inquirenti, trasmettendo dati fasulli alla Piattaforma Nazionale delegata all’emissione dei Green Pass. Solo col prosieguo dell’inchiesta sarà possibile stabilire se si tratta di casi isolati o se, quella emersa, altro non è che la punta di un iceberg contro il quale rischia di collidere il titanico sforzo di uscire finalmente dall’incubo della pandemia.

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Pubblicato il
4 nov 2021
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