Tra meno di 72 ore scatterà l’obbligo di Green Pass in tutti i luoghi di lavoro, nella Pubblica Amministrazione così come nell’ambito privato: la data da cerchiare in rosso sul calendario è quella di venerdì 15 ottobre. Un’ennesima misura introdotta con il duplice obiettivo di assestare un ulteriore colpo alla diffusione del virus e di spingere la fetta di cittadini ancora non vaccinati verso la somministrazione. Alle aziende il compito di eseguire i controlli (all’ingresso, a campione o a tappeto), ma in che modo?
Controllo Green Pass in azienda: come?
Chi ha pochi dipendenti e tutti operativi in un’unica sede può senza troppi problemi affidarsi alla scansione del codice QR con l’app VerificaC19. Per questioni di tipo anzitutto logistico, il discorso cambia per le società con un gran numero di collaboratori attivi in diverse parti del territorio. L’ipotesi al vaglio è quella formulata la scorsa settimana, ispirata alla soluzione già impiegata nel mondo della scuola, un’applicazione sviluppata da Sogei in grado di evitare file e tensioni all’inizio del turno.
Stando a quanto finora trapelato, il funzionamento dovrebbe avvenire attraverso il controllo incrociato chiamando in causa il codice fiscale dei soggetti e la loro tessera sanitaria, in modo rispettoso della sfera personale. Sarà ad ogni modo necessario attendere il parere del Garante Privacy una volta definite le esatte modalità.
A fare chiarezza sarà un nuovo DPCM, atteso forse già entro oggi. Al decreto il compito di sciogliere i dubbi rimasti, anche quelli riguardanti l’attribuzione delle responsabilità in caso di violazione delle regole stabilite: uno su tutti, chi deve pagare eventuali danni o indennizzi derivanti dal mancato svolgimento di una mansione?
È invece certo che la durata della validità del Green Pass per i non vaccinati che scelgono di sottoporsi al tampone non cambia: 48 ore in caso di test rapido, 72 ore con il molecolare.