Nei giorni che anticipano l’ormai imminente introduzione del Green Pass obbligatorio, si intensifica il confronto sul tema tra il Governo e le parti sociali. Sul tavolo c’è anche la non semplice definizione delle regole che andranno a stabilire le modalità di impiego del Certificato Verde all’interno dei luoghi di lavoro. A tal proposito, è da segnalare l’incontro avvenuto nella giornata di ieri a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e i vertici dei sindacati.
Governo e sindacati, il confronto sul Green Pass
Riportiamo di seguito le parole di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, raccolte al termine del colloquio che ha visto partecipare anche CISL e UIL. La posizione è condivisa dalle tre sigle: sì al Green Pass come strumento efficace per frenare l’andamento della curva epidemiologica, no al suo utilizzo per legittimare discriminazioni o licenziamenti.
Non abbiamo nulla in contrario all’estensione del Green Pass, ma non può diventare uno strumento usato dalle imprese per discriminare e licenziare. Contemporaneamente, abbiamo ribadito che in ogni caso, anche se i lavoratori sono vaccinati e con il Green Pass, bisogna sempre mantenere tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli in questo senso, il che vuol dire la mascherina, il distanziamento e vuol dire la sanificazione.
Si è discusso anche dell’eventuale obbligo di vaccino da imporre ai lavoratori (ipotesi al vaglio anche per il mondo della scuola): ad oggi non vi è alcun fondamento giuridico, servirebbe una legge ad hoc, non è da escludere possa essere presa in considerazione dall’esecutivo.
Ricordiamo che l’obbligo del Green Pass scatterà venerdì 6 agosto. Entro un paio di giorni sono attesi i necessari chiarimenti anche in merito a trasporti e alberghi, altri due tasti parecchio delicati considerando il periodo, nel pieno della stagione estiva. Intanto, in tema turismo, gli addetti ai lavori ritengono il Certificato Verde utile al rilancio del settore.