Nelle more di un linguaggio non sempre esplicito nel DPCM sul Green Pass, con FAQ che non sembravano aver chiarito i termini degli obblighi relativi al Certificato Verde per l’ingresso in azienda, è servito un chiarimento di Confindustria per definire ulteriormente la situazione. L’obbligo è scattato lo scorso venerdì, 15 ottobre, ma per migliaia di lavoratori è oggi il vero primo giorno: saltare il venerdì ha portato molti all’assalto delle farmacie nella giornata di ieri e oggi arriva il vero esame. Con una piccola importante novità.
Vaccini in extremis? No Green Pass
La scorsa settimana si era creata una piccola zona d’ombra tra i chiarimenti del Governo, correlata al trattamento di quanti, avendo fatto in extremis la prima dose di vaccino, si trovano in una situazione particolare: dotati di Green Pass, ma di fatto impossibilitati ad entrare in azienda. Sebbene le FAQ del Governo sembravano poter aprire al loro ingresso al lavoro, la realtà è invece differente e ben più logica. Per capire la questione bisogna ripercorrerne il percorso.
Il Green Pass viene rilasciato in particolari condizioni, poiché attestante:
- l’avvenuta vaccinazione
- l’avvenuta guarigione
- la negatività ad un tampone
Nel caso 1, il Green Pass viene immediatamente rilasciato anche dopo la somministrazione della prima dose, ma non è valida per 15 giorni poiché occorre attendere l’avvenuta immunizzazione. Al rilascio delle FAQ dell’Esecutivo, però, sembrava inteso il fatto che, per quanti fossero in attesa di rilascio del Green Pass, sarebbe bastata una certificazione medica dell’attuale status. Così, invece, non è.
Confindustria ha diramato pertanto un chiarimento esplicito spiegando che:
si segnala che il certificato di somministrazione della prima dose del vaccino non ha efficacia di green pass e, pertanto, non è valido ai fini dell’accesso ai luoghi di lavoro, prima che siano trascorsi 15 giorni dalla somministrazione stessa. Infatti, ai sensi dell’art. 9, co. 3 del DL n. 52/2021, che esplicita le condizioni di cui al precedente art. 9, co. 2, lett. a) dello stesso DL n. 52, la certificazione verde COVID-19 “vaccinale” è rilasciata anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale, la quale deve essere indicata nella certificazione all’atto del rilascio.
Quanti hanno avuto solo negli ultimi giorni la propria dose di vaccino, dunque, non potranno accedere al luogo di lavoro avvalendosi di questa condizione e dovranno ricorrere ai tamponi almeno per alcuni giorni, fin quando non sarà certificata la condizione prevista per il rilascio di un Green Pass duraturo.
Questo chiarimento aiuterà i lavoratori a comprendere meglio la propria situazione ed alle aziende a ottimizzare tempi e modi del controllo agli ingressi. Le certificazioni alternative al QR Code, insomma, sono ora più chiare e da questo lunedì il percorso del Green Pass può essere meno ambiguo sulla fascia di lavoratori che intendono avvalersi del vaccino.