I parlamentari dovranno continuare a esibire il Green Pass per accedere alle aule di Camera e Senato. Lo ha stabilito, anzi ribadito, la Corte Costituzionale, rispondendo oggi alle istanze avanzate da otto deputati iscritti al gruppo misto L’Alternativa C’è e dal senatore Gianluigi Paragone.
In Parlamento, solo col Green Pass
A finire nel mirino sono state in particolare le modalità di adozione dell’obbligo di Green Pass
poiché introdotto da delibere di organi interni alle Camere (Ufficio/Consiglio di Presidenza e Collegio dei questori) anziché attraverso una modifica dei regolamenti parlamentari per cui sarebbe stata necessaria la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Aula
. Questa la natura di presunti conflitti di attribuzione tra poteri promossi che avrebbero violato la riserva regolamentare, la partecipazione al procedimento legislativo e il libero svolgimento del mandato. Di seguito l’esito.
In attesa del deposito dell’ordinanza, l’Ufficio Stampa della Corte costituzionale fa sapere che i conflitti sono stati dichiarati inammissibili.
In altre parole, anche i parlamentari sono obbligati a esibire il Green Pass per entrare nelle aule della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica al fine di svolgere le loro mansioni, esattamente come qualsiasi altro comune cittadino che quotidianamente si reca sul luogo di lavoro, in ufficio o in azienda.
La Corte ha ritenuto che dai ricorsi non emerga alcuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei parlamentari e che spettino all’autonomia delle due Camere l’interpretazione e l’applicazione dei rispettivi regolamenti.
Solo nella giornata di ieri la deputata Sara Cunial, più volte dichiaratasi apertamente No Vax e No Green Pass, ha preso parte a una votazione in Montecitorio pur essendo sprovvista del documento, raggiungendo la propria postazione isolata attraverso un percorso differente rispetto a quello riservato ai colleghi.