Anche le PA, dal 15 ottobre, sono soggette all’obbligo di eseguire il controllo dei Green Pass dei propri dipendenti. Come specificato nell’ultimo DPCM, possono farlo anche ricorrendo a sistemi automatizzati, incluso quello che fa leva su un metodo di interoperabilità applicativa. Vediamo come funziona.
Interoperabilità applicativa per il controllo del Green Pass
Si tratta di una soluzione rivolta alle Pubbliche Amministrazioni con almeno 1.000 dipendenti che impiegano sistemi informativi di gestione del personale includendo soggetti esterni non dipendenti e/o con articolazioni di uffici di servizio su più sedi fisiche. Costituisce un’alternativa all’utilizzo dell’applicazione VerificaC19 e al Software Development Kit messo a disposizione (anche delle aziende) dal Ministero della Salute.
Queste le fasi nelle quali si struttura il processo, che chiama in causa la Piattaforma Nazionale delegata al rilascio del documento. Il dato trasmesso in input è quello relativo al codice fiscale dei dipendenti.
- Esecuzione di elaborazioni periodiche per il recupero degli esiti relativi alla verifica del Green Pass tramite l’invocazione di un’interfaccia applicativa esposta dalla Piattaforma nazionale DGC, che accoglie in input una lista di codici fiscali (CF), restituendo in output l’esito di esistenza e validità del Green Pass per ciascun CF.
- I successivi trattamenti per la visualizzazione degli esiti sono di competenza dei soggetti fruitori e al di fuori del perimetro di responsabilità del titolare della
piattaforma nazionale DGC.