Il cambio delle regole è tanto rapido quanto rapidamente mutevole è il contesto. Con l’Omicron ormai dominante anche in Italia e con una curva di contagi giunta a livelli mai visti in precedenza (anche a seguito della forte mappatura offerta dalla moltitudine di tamponi eseguiti in questi giorni), il Comitato Tecnico-Scientifico si appresta a discutere una serie di proposte governative incentrate in modo particolare sulla limitazione della quarantena per i vaccinati. C’è tuttavia un ulteriore punto inserito tra le tracce dell’ordine del giorno: la possibilità di arrivare all’obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori.
Green Pass rafforzato per lavoratori
Appare chiaro come il Green Pass possa essere in tal senso un utile sistema di declinazione dell’obbligo vaccinale su fasce sempre più ampie di popolazione, portando il mondo no-vax verso una stretta che, pur lasciando un’ideale libertà di scelta, sfocia comunque in una situazione di salvaguardia per il resto della popolazione. Un compromesso calibrato, insomma, che non ignora il fatto che anche i vaccinati possano subire e trasmettere il virus, ma che tenta di limitare i contatti a rischio tra le persone vaccinate e quelle non per calmierare l’impatto generale sulle ospedalizzazioni.
Alla luce di questo ragionamento, la proposta è ora sul tavolo dopo mesi di ipotesi: alzare la soglia dei requisiti per i lavoratori, richiedendo un Green Pass rafforzato invece di uno base. Ciò significa una cosa sola: per poter lavorare occorrerebbe essere guariti o vaccinati.
Ciò andrebbe a pesare sui molti esercenti, baristi e ristoratori fin qui non colpiti dall’obbligo. costringendoli di fatto ad agire per la tutela propria, pubblica e della propria attività. Potrebbe invece pesare meno su altri tipi di lavoro, dove la possibilità di operare in remoto dovrebbe in qualche modo escludere dall’obbligo stesso. Non è chiaro se l’obbligo di esibire il QR Code al cospetto di un controllo possa escludere il lavoro agile da questo tipo di discorso, ma il ragionamento autorizza ad ipotizzare una possibile esenzione per quanti, in casa per lavorare, sono già di fatto in una sorta di quarantena che non grava in alcun modo sulla collettività: così è oggi, dove per lavorare da casa non serve il Green Pass base, così sarà presumibilmente domani qualora fosse cambiato il tipo di certificato verde necessario.
La valutazione di questo aspetto sarà tuttavia un elemento successivo, pur se non secondario, poiché in primis occorre capire se Governo, Regioni, CTS e cabina di regia concordano su una mossa tanto incisiva quanto quella dell’obbligo vaccinale per l’accesso al luogo di lavoro. Il problema sarà sicuramente importante anche per Confindustria, dove occorrerà fare i conti con possibili aziende in difficoltà poiché improvvisamente carenti di personale.
Stiamo parlando di regole che gravano su circa 4-5 milioni di italiani (escludendo dai 6 milioni dei non vaccinati sia una porzione di non vaccinabili per motivi di salute, sia quanti non sono ancora parte della forza lavoro attiva).