È una corsa contro il tempo quella del Governo, che già entro domani dovrebbe firmare il decreto contenente le nuove restrizioni studiate per Natale e capodanno: su tutte, la riduzione della durata del Green Pass ottenuto col vaccino a sei mesi (attualmente nove) e il via libera alla somministrazione della terza dose dopo quattro mesi (al momento cinque) dall’ultima inoculazione.
Il decreto del secondo Natale in epoca COVID
La priorità è rallentare il progressivo aumento dei contagi e fermare la variante Omicron prima che diventi dominante sul territorio. Come? Diverse le possibilità vagliate. Tra queste, l’obbligo di mostrare l’esito negativo di un tampone per partecipare a feste ed eventi anche per chi si è vaccinato e quello di indossare le mascherine all’aperto. Da non escludere nemmeno il ritorno di un coprifuoco, sebbene riservato ai non immunizzati. Bisogna scongiurare nuovi lockdown generalizzati e il conseguente impatto sull’economia del Paese.
I nuovi positivi rilevati nella giornata di ieri sono 30.798 (10.872 un anno fa esatto), con 153 decessi (415) e 1.012 posti occupati in terapia intensiva (2.731).
Torna in auge l’ipotesi di introduzione dell’obbligo vaccinale, sostenuta da una parte della politica. Un tema delicato e che di certo non mancherà di accendere le tensioni che già agitano il mondo No Vax.
Nei giorni scorsi si è discusso inoltre della possibilità di intervenire sul mondo della scuola, limitando l’accesso alle aule ai soli studenti possessori del Green Pass. Un’eventuale decisione di questo tipo si tradurrebbe con con un’inevitabile nuova adozione su larga scala della didattica a distanza (o didattica digitale integrata). Sul tavolo poi un possibile prolungamento delle vacanze invernali, così da tenere le classi chiuse oltre l’Epifania nel caso in cui dovesse venirsi a creare una situazione critica.
C’è infine chi chiede di rendere un requisito necessario per lavorare la certificazione di tipo rafforzata, quella che si ottiene con vaccino o guarigione. Insomma, sono molte le strade percorribili e, qualunque sia la direzione intrapresa, qualcuno rimarrà scontento.